Repubblica: “Palermo Università, c’è voglia di Dad. I ragazzi: «Fateci scegliere». Midiri: «Sì, ma non per tutti»”

L’edizione de “La Repubblica” si sofferma sulla situazione delle università in materia di covid.

Lezioni online per sempre, almeno per alcune categorie di studenti, anche nell’era post- Covid. « Si tratta di garantire il diritto allo studio » , concordano le diverse associazioni studentesche tra le quali Unione degli studenti (Udu), Uniattiva, Vivere ateneo, Intesa universitaria, Segretariato italiano studenti Medicina e Avanti Giurisprudenza. All’indomani di un’assemblea, la richiesta di garantire la didattica a distanza a studenti lavoratori, genitori, caregiver, immunodepressi e ragazzi con disabilità è arrivata sul tavolo del rettore dell’Università di Palermo, Massimo Midiri. Che ha aperto uno spiraglio: « Sono pronto ad ascoltare le loro istanze » , ha detto. Anche se l’incontro, come annuncia Dario Caldarella di Uniattiva, sarà programmato « all’inizio del prossimo anno».

Attualmente gli studenti non sono obbligati alla frequenza. E gli esami della sessione di novembre, a differenza di quanto accade all’Università di Catania, sono stati esclusivamente a distanza o in modalità mista, lasciando allo studente la facoltà di scegliere. Con la data per il rientro alla normalità in presenza fissata per gennaio. «È già stata redatta una bozza di regolamento che mira ad agevolare chi ha difficoltà a frequentare», dice Irene Ferrara, senatrice accademica dell’Udu, che presenterà il testo alla docente delegata al diritto allo studio, Luisa Amenta. «È nostra intenzione garantire ad alcune categorie la possibilità di seguire le lezioni a distanza — continua Ferrara — la Dad è stata una risorsa, non va accantonata».

A dimostrarlo sono i numeri. Le iscrizioni all’Ateneo di Palermo per l’anno accademico 2020-21 sono state il 14 per cento in più rispetto a quelle dell’anno precedente, il 46 per cento in più rispetto a cinque anni fa. I dati diffusi dall’Anagrafe nazionale degli studenti raccontano che « in tanti hanno approfittato del sistema a distanza per concretizzare quello che fino a prima della pandemia vedevano come un sogno: andare all’università e laurearsi » , sostiene la senatrice accademica, annunciando che « il regolamento metterà questa possibilità nero su bianco». Ma occorre fare i conti con la realtà. « I mezzi finora sono stati emergenziali: non sono adatti a una didattica mista, si creano diseguaglianze — commenta Caldarella di Uniattiva — Il sistema audiovisivo non è adeguato. Se il docente si sposta, l’audio si abbassa e da casa non si riescono ad ascoltare gli interventi dei colleghi in aula. Il wi- fi non sempre funziona e registrare le lezioni implica il doppio del lavoro per i docenti».
L’associazione Aulett@’ 99 di Medicina e professioni sanitarie ritiene che a determinare il futuro sarà la situazione epidemiologica. « Sicuramente la Dad è uno strumento di ausilio che si è rivelato fondamentale per alcuni — dice il senatore accademico Edoardo Ricci — occorre trovare un giusto equilibrio tra presenza e distanza, perché quest’ultima sia un’opportunità e non un abuso».