Repubblica: “Palermo, mercatini senza regole. Orlando: “Così non va o si cambia o li chiudo”

Tiene banco a Palermo la questione legata all’apertura dei mercatini e le regole da rispettare per tutti coloro che lavorano lì. L’edizione odierna di “La Repubblica” fa il punto della situazione, il Comune aveva dato l’ok per riaprire a partire da domani, ma alcuni non hanno aspettato l’ordinanza e hanno già aperto.Prima in via Jung, dove venerdì mattina gli ambulanti hanno persino esposto i cartelli ” fai da te”, con i divieti di parcheggio per i residenti. E poi ieri, con il ritorno di uno mercati rionali più grandi, quello tra via Galilei e via Saliba, dove i commercianti sono tornati in gran numero — abusivi compresi — senza che si rispettassero distanziamenti e le norme di sicurezza. Di seguito le parole del presidente dell’ottava circoscrizione Marco Frasca Polara: «Quello che è successo oggi in via Galilei è l’ennesima dimostrazione della resa incondizionata dell’amministrazione e della polizia municipale agli ambulanti che non hanno rispettato le misure anticovid .Mi chiedo che fine abbia fatto il piano di riordino annunciato dall’assessore Piampiano. A pagare il prezzo più alto sono sempre i residenti, che da anni subiscono in silenzio questi abusi ed è sconfortante constatare che gli interessi politici ed elettorali che muovono i mercatini prevalgono sull’interesse generale» . « Non ho nulla contro i mercatini e trovo giusto che questa gente torni a lavorare, ma ero certo che sarebbe avvenuto con nuove regolamentazioni che tenessero conto di quello che è avvenuto », aggiunge Ninni Terminelli. Il Sindaco Leoluca Orlando vuole vederci chiaro, questo il suo commento: «Verificheremo se non vi siano responsabilità da sanzionare anche con la sospensione o la revoca di autorizzazioni. È purtroppo mancata una assunzione di responsabilità degli operatori commerciali. Ci aspettiamo da lunedì una drastica inversione di rotta, senza la quale non si potrà non valutare l’inibizione dei mercatini se si verificassero violazioni».
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