Repubblica: “Palermo, Il ritorno del racket dopo il lockdown. Nel mirino i cantieri edili e gli appalti”

L’emergenza Coronavirus continua a esserci in Sicilia, in particolare a Palermo, ma ciò non ferma il racket. Infatti le cosche continuano a farsi sentire, nonostante i numerosi arresti, nel mirino ci sono i cantieri edili e gli appalti. L’edizione odierna di “La Repubblica” fa il punto della situazione su questo fenomeno. A Sferracavallo sono stati incendiati dei mezzi in due cantieri, uno in Via Calcante e uno in via Nicoletti.

Raffaele Genova, presidente di Addiopizzo, ha voluto dire la sua:
«Noi abbiamo continuato a lavorare sul territorio è un momento complesso, mi preoccupano soprattutto i tentativi della criminalità organizzata di offrire liquidità attraverso l’usura o di inserirsi nelle compagini societarie, per acquisire quote » .
«Questo tipo di episodi non dovrebbero accadere al giorno d’oggi», dice Mario Saddemi, il titolare della ditta che sta gestendo l’appalto per il nuovo collettore fognario, è anche il presidente dei giovani imprenditori di Ance Sicilia, l’associazione nazionale dei costruttori edili. « I danni sono stati ingenti, il sollevatore telescopico incendiato vale circa 100 mila euro. Ma non ci siamo scoraggiati, perché Palermo non può tornare ai drammatici anni Ottanta e Novanta; e sono convinto che lo Stato sia in vantaggio, gli autori dei raid sono invece mosche bianche, non hanno capito che la città è cambiata » . Saddemi spiega di non avere ricevuto mai alcuna visita da parte degli esattori del pizzo. Forse, quei raid dovevano diventare un segnale della “nuova gestione” del mandamento dopo l’arresto di Giulio Caporrimo, avvenuto il 23 giugno. L’ultima indagine dei carabinieri del nucleo Investigativo ha messo in risalto un controllo forte del clan nel settore del movimento terra: i fidati di Caporrimo non chiedevano la classica “mesata”, piuttosto imponevano le loro società per i subappalti.
« Non faremo un solo passo indietro, non accetteremo alcun ricatto – continua Mario Saddemi – Le istituzioni sono al nostro fianco, ho ricevuto attestati di stima e rassicurazioni. Questo cantiere andrà avanti e confido per fine anno di concludere. Stiamo realizzando un’opera importante per Palermo, attesa da quarant’anni: il collettore consentirà di trasferire tutti i reflui che per adesso finiscono nel golfo e nella riserva di Capo Gallo verso il depuratore di Fondo Verde».