Repubblica: “Palermo calcio, caccia alla talpa che informò Zamparini. Perquisito l’ufficio di Vincenti, il capo dei gip” – i dettagli

L’edizione online de “La Repubblica” ha approfondito una nuova inchiesta che riguarda il caso di Maurizio Zamparini e la Procura di Caltanissetta:

E’ a una nuova svolta l’inchiesta della procura di Caltanissetta sulla talpa che avrebbe informato qualcuno dell’entourage di Maurizio Zamparini che c’era una richiesta di arresto nei confronti dell’allora patron rosanero. Questa mattina, i pm nisseni hanno disposto la perquisizione dell’ufficio di Cesare Vincenti, il capo dei gip di Palermo. Gli ufficiali del nucleo di polizia economico finanziaria diretti dal colonnello Cosmo Virgilio si sono presentati al secondo piano del nuovo palazzo di giustizia per notificare il provvedimento firmato dal procuratore di Caltanissetta Amedeo Bertone, dall’aggiunto Gabriele Paci e dal sostituto Claudia Pasciuti. Vincenti risulta indagato per rivelazione di notizie riservate.

Da mesi, gli inquirenti cercano di ricostruire il canale attraverso cui sarebbe arrivata una notizia molto particolare a Maurizio Zamparini.

Il 2 maggio 2018, le microspie registrarono l’allora presidente della società di viale del Fante Giovanni Giammarva mentre parlava con l’imprenditore friulano: “Senti, io oggi sono dalle tue parti… riusciamo a vederci?”. Un appuntamento preso in tutto fretta, e un volo prenotato all’ultimo momento. Perché?
L’arrivo a Milano Linate fu alle 18,30. Due ore dopo, il telefono di Giammarva agganciava la cella telefonica di Vergiate, Varese, dove abita il patron della squadra.

Il giorno dopo, un comunicato dell’Us Città di Palermo rendeva noto che Zamparini si era dimesso da consigliere delegato. Una mossa in extremis. Al gip Fabrizio Anfuso, che stava valutando la richiesta di arresto della procura, non restò che rigettare, per il venir meno delle esigenze cautelari. Le dimissioni avevano di fatto evitato a Zamparini l’ordinanza di custodia cautelare

Ai domiciliari l’ex presidente rosanero ci sarebbe finito nove mesi dopo, quando la Cassazione rese definitiva la decisione del tribunale del riesame che aveva accolto il ricorso dei pubblici ministeri contro il no all’arresto.

Ma è rimasto il giallo della talpa con cui probabilmente aveva parlato Giammarva. Nei mesi scorsi, nell’inchiesta (poi ridimensionata dalla Cassazione) sul giudice della Fallimentare Giuseppe Sidoti che aveva rigettato l’istanza sul Palermo, erano emersi suoi contatti con il gip Fabrizio Anfuso: “Normale interlocuzione fra colleghi”, ha scritto però il tribunale del Riesame.

L’indagine di Caltanissetta è andata avanti. E, adesso, una svolta che prelude a un nuovo filone dell’inchiesta. Vincenti è il capo dell’ufficio in cui lavorava il giudice Anfuso, dunque anche lui era a conoscenza della richiesta di arresto della procura per Zamparini. Ma cosa ha determinato i sospetti della procura di Caltanissetta su Vincenti? L’indagine è coperta dal più stretto riserbo“.