Repubblica: “Morire di lavoro, emergenza siciliana un lenzuolo bianco ogni sette giorni”

L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulle morti sul luogo di lavoro in Sicilia, che iniziano ad essere veramente troppe.

Ogni sette giorni in Sicilia viene steso un lenzuolo bianco sul corpo di un lavoratore. Da gennaio a settembre sono state 44 le vittime e oltre 17mila quelli che hanno riportato infortuni. È il bilancio redatto dall’Inail, che ha anche confrontato i primi nove mesi degli ultimi due anni: le morti bianche sono state 87. Nel solo 2020 erano state 43. Naturalmente questi sono i dati ufficiali, che non tengono conto degli infortuni accaduti ai lavoratori in “ nero” che non si rivolgono a strutture ospedaliere o aprono sinistri. L’agricoltura è il settore più colpito: nelle campagne hanno perso la vita sette persone.
C’è poi il comparto edile con cinque operai morti, altri cinque ne contano il commercio all’ingrosso e al dettaglio e la riparazione di autoveicoli e motocicli, tre la sanità. « È necessario implementare le misure di prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro — osserva Carlo Biasco, direttore regionale Inail Sicilia — questi dati riflettono, purtroppo, la tendenza secondo la quale con l’aumentare delle ore lavorate aumenta di pari passo il numero degli infortuni » . I sindacati parlano di una « strage senza fine». Gli edili sono scesi in piazza due volte. Poco prima dell’estate, per chiedere maggiori controlli sui cantieri anche a seguito del “ Superbonus” che ha fatto ripartire il settore delle costruzioni in Sicilia. E, di nuovo, il 13 novembre, a Palermo, con un cartello: “Basta morti sul lavoro”. Tra le richieste urgenti, la sospensione delle imprese che non osservano le norme sulla sicurezza e l’assunzione di altri ispettori del lavoro. Che nell’Isola sono pochi.