Repubblica: “Gli inglesi in fuga, Follieri tratta l’acquisto del Palermo. I dettagli”

L’edizione odierna de “La Repubblica” approfondisce il caos che sta avvolgendo il Palermo, a partire dalla confermata fuga degli inglesi fino all’intenzione dell’imprenditore Follieri di acquistare il club rosanero, dopo i tentativi passati. Ecco quanto riportato: “[…] Raffaello Follieri è sceso in campo in queste ore con grande decisione. Il finanziere foggiano, già nei mesi scorsi molto vicino all’acquisto del Palermo, si è fatto sotto con la proprietà inglese o con quello che di essa rimane. Follieri, che ieri sarebbe dovuto arrivare in città per una serie di incontri preparatori all’assalto finale al club, ha invece deciso di rinunciare alla trasferta palermitana. Segno questo che, con ogni probabilità, la trattativa è entrata nel vivo e una soluzione, in un senso o nell’altro, è attesa a breve. Follieri e i suoi rappresentanti hanno intensificato gli incontri con la controparte in cerca di una via di uscita al momento così travagliato che sta vivendo il Palermo. Formalmente il Palermo è di proprietà della Palermo Football Club Spa, società alla quale la Sport Capital Group Investments Limited ha conferito la proprietà della squadra di calcio. […] Nella sua lettera di dimissioni il presidente del Palermo Clive Richardson fa delle accuse precise e circostanziate, […] individuando il faccendiere Corrado Coen come regista occulto dell’operazione di ristrutturazione aziendale della società per conto di Maurizio Zamparini. «Sono entrato in questo progetto come consulente di Corrado Coen, Emanuele Facile e del suo team – scrive Richardson – con Global Futures Sport siamo stati incaricati di svolgere una due diligence sull’acquisizione della U.S. Città Di Palermo da parte di un gruppo di investitori guidati dal signor Coen e dal signor Facile». Questo gruppo è la famosa rete messa in piedi che avrebbe dovuto controllare il Palermo e nella quale sarebbero dovuti entrare dei fondi che tutti dicevano di avere, ma che nessuno ha mai versato. «Siamo stati portati a credere – continua Richardson – che la società avesse a disposizione più di 30 milioni di sterline da diverse fonti e che avesse capitale sufficiente per acquisire e gestire il Palermo. Dati presentati in occasione degli incontri a Milano negli uffici di Facile e Coen». In questo quadro è molto più semplice capire il motivo dello sfogo durissimo di Giuseppe Bellusci in sala stampa al termine di Palermo-Foggia. «Non sappiamo in mano di chi siamo – è stato il grido d’allarme del difensore – Non abbiamo garanzie. A parte Foschi e Stellone siamo soli. La prospettiva qual è? Non mi interessa prendere lo stipendio il 15 febbraio. Voglio sapere di chi siamo». […] l’unica figura che è rimasta di tutta l’impalcatura è l’amministratore delegato Emanuele Facile. È lui l’uomo che deve rispondere alle domande di Bellusci e che è chiamato anche a pagare gli emolumenti all’ormai ex presidente Clive Richardson, anche lui diventato un creditore. I cavi che tenevano tutto insieme si chiamavano Sport Capital Group Plc: in pratica l’unico salvadanaio che conteneva contanti. Anche se si trattava di pochi spiccioli rispetto ai 5,4 milioni di euro che servono subito per salvare il Palermo. […] La società british adesso torna sugli scaffali e il cerino acceso, e quasi consumato, resta in mano a Facile che ha due grossi problemi: uscire dalla situazione societaria cercando acquirenti e gestire l’aspetto sportivo con la vicenda Foschi che sembra essere sanata. Indicativa in tal senso una cena dopo Palermo-Foggia alla quale hanno partecipato da una parte del tavolo, fra gli altri commensali, Foschi e il segretario generale Gianni Francavilla e dall’altra lo stesso Facile che nella giornata di ieri ha diramato un comunicato nel quale si smarca da Richardson e dalle sua dichiarazioni e conferma la fiducia in Rino Foschi Mentre Follieri lancia l’ultimo attacco, sembra tirarsi fuori dalla corsa Antonio Ponte, un altro degli imprenditori che in passato avevano manifestato interesse per i rosanero e che Coen e Facile pensavano di tenere dentro l’operazione Palermo. «Non è vero che adesso si può comprare più facilmente il club – spiega a Trm colui il quale un tempo era stato designato come presidente da Zamparini – la situazione è peggiorata. Per non farsi schiacciare dai debiti servono tra 40 e 50 milioni. Il Palermo si salva solo se va in A, altrimenti in B sarebbe il patatrac». Insomma, è in atto un tentativo di salvataggio, vedremo se andrà a buon fine”.