Repubblica: “Fiorentina, il club degli spariti. Contro il Palermo…”

“Puoi chiamarli dispersi. O risorse, se vedi il bicchiere sempre mezzo pieno. A qualcuno di loro puoi anche appiccicargli addosso il cartellino col prezzo e prepararti a dirgli addio. Comunque tu li consideri sarai uno dei pochi che li considera per davvero, perchè il loro allenatore li vede un po’ sì e parecchio no E’ la vita dei panchinari, quelli che Sousa ha già provato e in parte scartato, e messi lì per i casi di emergenza. Ma è anche la vita di ex promesse dal futuro certo ma dal presente così e così. Alcuni sono piccoli misteri, altri semplicemente dei comprimari non particolarmente amati dal loro tecnico. Poi c’è chi aspetta solo di fare le valige. Questo gruppone è guidato da Maurito Zarate, uno che il pallone se lo porta anche a casa, vero, ma attaccante capace di smuovere partite bloccate o impossibili. Dribbling furibondo, tiro preciso: Maurito (57 minuti giocati in campionato) negli ultimi venti minuti può fare la differenza. Sembrava un must, poi è diventato di troppo. Le vicende familiari lo hanno costretto a un surplus di viaggi intercontinentali e a vivere momenti difficili, ci sta che lui stesso abbia chiesto di essere ceduto a gennao per tornare in Argentina e per stare vicino alla moglie e ai figli. Certo. Resta da capire se il problema del campo è legato ai suoi problemi personali oppure se si tratta di una scelta tecnica ben precisa, quella che spinge Sousa a scegliere dei talenti ragazzini tatticamente ligi a un solista scatenato che però può sa come creare problemi alle difese avversarie. A Zarate e alla sua famiglia vanno tutti gli auguri dei tifosi e di chi vuole bene al pallone e alla vita, intanto però magari sarebbe bello rideverlo in campo, col pallone tra i piedi, a anche solo per un saluto. Un altro che appare e scompare è Babacar, vittima del modulo a una punta che ora spopola nel giro degli allenatori più cool. Il senegalese ha segnato già sei gol, due in campionato e quattro in Europa League. Non si può dire che abbia deluso. Il suo Baba lo ha fatto, anche se avrebbe voluto sicuramente fare di più. Però è stato bravo a non ha smaniato o polemizzato. Zitto e buono, Babacar ha aspettato il suo momento, a volte convincendo, a volte con prestazioni così e così. L’idea della due punte Sousa l’ha sfiorata solo per un attimo. Fiducia in Baba non ai massimi. Ci sta che a gennaio torni anche lui sul mercato, anche perchè le richieste (Italia ed estero) non mancano. Uno che è esploso facendo parlare di sè per l’impegno per poi esclissarsi in un poco esaltante chissà dove è Sanchez il soul brother. Quando nessuno correva, correva solo lui. Ci ha messo anche la testa per un gol che valeva la partita. Poi è tornato nelle retrovie e lì ha preso la residenza, più o meno. Un altro che ha fatto sempre buona impressione ma ha avuto pochissime occasioni è Cristoforo, centrocampista snobbato pure sul sito ufficiale della Fiorentina, dove se clicchi sulla sua foto non accade nulla. Eppure quando è stato buttato dentro ha fatto vedere ottime cose. E poi uno che giocava nel Siviglia forse un po’ di attenzione la merita. Comunque anche lui lavora e spera. Una occasione vera arriverà. Anche Maxi Olivera è stato illuso. Sousa lo ha provato e riprovato. Niente di che, ma non è che Milic abbia fatto chissà cosa. L’assenza di Alonso, comunque la rigiri, pesa. Infine il misterioso De Maio. Domenica potrebbe giocare. Chissà”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Repubblica”.