Repubblica: “Fine dei miracoli, il Palermo bifronte archivia la rincorsa”

L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla fine della rincorsa del Palermo dopo la sconfitta a Picerno e il Bari a +7.
Una partita, la sconfitta e cambia il mondo. Inarrestabile fino a pochi giorni fa, irriconoscibile a Picerno, il Palermo che volava a ritmo di primati, ricade con i piedi per terra. Un passo indietro, inaspettato, una corsa del gambero che solleva qualche dubbio sulla ritrovata personalità di gruppo. L’incidente di percorso può capitare ma le domande alle quali neppure Filippi riesce a dare una risposta convincente sono: qual è la vera essenza di una squadra dai due volti che un giorno guarda al futuro e un altro al passato? Quella pasticciona e a volte brillante di inizio campionato? O quella del meraviglioso risveglio? Il problema è di tipo mentale o puramente tecnico?
Dopo sei settimane di miracoli, improvvisamente, il Palermo ha perso il suo appeal. Via di colpo quanto costruito faticosamente: il secondo posto, la serie di cinque vittorie e un pareggio conquistati nel mese magico, la straordinaria forma dei suoi goleador, le prodezze di Brunori, Soleri e Fella, i minuti di imbattibilità di Pelagotti e la sicurezza della difesa, la media punti più alta tra le grandi. Lo stop è arrivato proprio quando si presentava un’altra opportunità per mantenere intatto il distacco dal Bari. Ma ci si scontrava con quello “spirito” che Filippi ha individuato come unico elemento positivo e che invece è stato proprio alla base di tanti errori.
Non è la prima volta che l’approccio alla gara non funziona. E non regge il fatto che a lui la squadra non sia dispiaciuta perché, nel secondo tempo, ha giocato quasi sempre in avanti. Dominio peraltro sterile contrastato dalla scelta degli avversari che, complici le misure del terreno, il fondo scivoloso, e la caratura dei rosa, hanno deciso di manovrare compatti nelle retrovie per poi ripartire in contropiede. Tattica che ha funzionato e trabocchetto che l’allenatore e i suoi non hanno saputo evitare per mancanza di idee, lucidità e convinzione.