Repubblica: “Donadoni va a punto con l’uomo in meno. Gli errori sotto porta di Verdi e Di Francesco graziano il Palermo”

“Tutto è episodico, sul prato verde, ma forse nulla è davvero casuale. Diciannove punti fra il Bologna e il Palermo ci sono tutti e se anche è vero che nel finale per due volte Diamanti e Sallai hanno avuto la palla del vantaggio, la sconfitta sarebbe stata non solo amara, ma terribilmente ingiusta. Nonostante sia rimasto in dieci dal 25’ del primo tempo, per una sciocca (e di conseguenza grave) espulsione di Pulgar, il Bologna pur modesto che conosciamo ha giocato meglio, ha avuto il controllo della gara e non ha vinto per tre errori censurabili sottoporta. Una volta ha fallito Verdi di testa da dentro l’area piccola («la palla era perfetta, ho proprio sbagliato io il gesto tecnico», ha ammesso l’attaccante), in due occasioni ha ciccato Di Francesco. «Bisogna buttarla dentro», ha notato didascalico Donadoni. Che ha poi svelato un curioso particolare. «Trenta secondi prima di entrare in campo, mentre salivamo gli scalini, ho detto a Erik di fare attenzione, di non lasciarsi condizionare dalle tensioni ».

Purtroppo, raccomandazione vana. Già a Udine il cileno era stato allontanato (quella volta per doppia e ingenua ammonizione, qui per aver insultato l’arbitro Banti); che sia fumantino e debba migliorare, non c’è dubbio. Che abbia margini enormi è evidente. Di tutti i centrocampisti è il più completo e probabilmente il più futuribile. «Era quasi in lacrime, ha fatto un errore che non credo commetterà più», ha raccontato Verdi prima di lasciare il Barbera.

Il punto semmai è chiedersi se il Bologna abbia sviluppato più gioco offensivo del solito per i suoi nuovi interpreti (Petkovic e Di Francesco dall’inizio, anziché Destro e Krejci) o per la pochezza di un Palermo contestato prima e fischiato dopo, tecnicamente povero, quasi mai capace di alzare i ritmi, probabilmente l’unica soluzione per mettere davvero in difficoltà un Bologna non certo brillante ma complessivamente più forte e organizzato degli avversari. «Bruno – ha spiegato Donadoni a chi gli chiedeva della prestazione di Petkovic – ha qualità e forza sufficiente per fare molto di più di quanto mostrato oggi, che non è stato poco».

Sintesi assolutamente condivisibile. Presto per archiviare il campionato di Destro, che avrà sicuramente altre chance nelle sei gare che restano ma al di là delle pecche del centravanti ascolano è anche il caso di domandarsi se in un gruppo come questo serva un finalizzatore (Destro, per l’appunto, o qualcun altro) o un altro tipo di profilo. Alternative, aspettando il mercato, ce ne sono già ora, perché Verdi può fare il centravanti “alla Mertens” e Petkovic è invece la classica boa cui appoggiarsi (notevole l’assist per Di Francesco nel primo tempo).

«Dispiace per l’espulsione di Pulgar – che salterà certamente l’Atalanta sabato alle 18 a Bergamo, in una mediana già priva di Nagy, e potrebbe non esserci anche con l’Udinese, ndr ma questo è un punto che non ci fa male».

La salvezza, anche matematica, arriverà prestissimo e si porterà dietro, molto probabilmente, l’addio di Dzemaili. Starà allora alla proprietà dare un segnale forte, perché perdere il bomber stagionale a campionato in corso non è affatto un bel segnale, né per la squadra né per i tifosi, chiamiamoli pure clienti, se vi pare, abbonatisi l’estate scorsa e non proprio rispettati dal club, finisse così”. Questo ciò che si legge sull’edizione odierna de “La Repubblica”.