Repubblica: “Centro sportivo, si blocca il progetto del Palermo. Il Comune propone nuova area, ma è più costosa”

L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul sogno di un centro sportivo del Palermo, che non può diventare realtà nell’area dell’ex campo rom della Favorita. Ecco quanto riportato: “A impedirlo, oltre ai veti incrociati di Comune e associazioni ambientaliste, è la legge: «L’area sorge nella zona B della riserva naturale dove c’è il divieto assoluto di edificare e costruire manufatti, sia pure mobili» , spiega il professore Giuseppe Barbera, ex assessore comunale al Verde (fu lui a varare il piano d’uso ancora vigente) e fatalmente legato al destino della Favorita: lo stadio di calcio a due passi dal parco porta il nome di suo padre, l’imprenditore Renzo Barbera. Su quell’area – confermano la Soprintendenza ai beni culturali e i tecnici del Comune – ricadono almeno tre vincoli: paesaggistico, architettonico e naturalistico. Vincoli che hanno fatto scattare uno scaricabarile fra Palazzo d’Orleans e Palazzo delle Aquile: nessuno – è chiaro – vuole assumersi la responsabilità di dire “no” al progetto del club rosanero. Le strade sono due. Una è la riperimetrazione dei confini della riserva, con l’esclusione dell’area ambita dal Palermo calcio, ma è possibile solo con un decreto regionale. L’altra strada è una variante al piano d’uso datato 2004 che il Comune dovrebbe proporre alla Soprintendenza, non prima però di aver fatto un piano di risanamento dell’area. A spiegarlo è Ornella Amara dell’unità Parchi, riserve e aree protette del Comune che ha partecipato al tavolo tecnico convocato giovedì a Palazzo d’Orleans dall’assessore regionale Territorio e Ambiente Totò Cordaro con il Palermo calcio e i soggetti coinvolti. «La variante – spiega – richiede un percorso burocratico di almeno tre anni: bisogna prima fare un piano di caratterizzazione ovvero un progetto di risanamento ambientale e redigere la variante da sottoporre alla Soprintendenza e alla Regione. Poi il Comune dovrebbe affidarlo a un privato».
Una soluzione che non piace molto all’amministrazione, perché – come sottolineato dal vicesindaco Fabio Giambrone al tavolo regionale – strappa uno spazio che dovrebbe essere aperto alla città. «Il parco è stato affidato in gestione dalla Regione al Comune sine die per la pubblica fruizione – spiega Amara – e nel 2004 abbiamo redatto un piano coerente con l’uso pubblico. Togliere un’altra porzione alla pubblica fruizione è un atto di volontà politica che solo la Regione può compiere». Il vicesindaco Giambrone ha condizionato il via libera alla realizzazione di un’area attrezzata aperta alla città adiacente al centro sportivo del Palermo. Il club a questo punto si sarebbe tirato indietro, perché non resterebbe lo spazio per realizzare due campi grandi e uno piccolo, con annessi spogliatoi e servizi igienici. Opere che – fa notare l’ufficio tecnico del Comune – non potrebbero comunque essere realizzate con una semplice variante che non elimina il vincolo di inedificabilità. Non è dello stesso avviso l’assessore regionale Totò Cordaro, promotore del tavolo: « La perimetrazione della riserva naturale – dice – entra in campo solo in un momento successivo. Il problema è il vincolo paesaggistico- monumentale della Soprintendenza. Per modificarlo serve la richiesta del Comune, che però ha posto un problema diverso. Giambrone ha detto che il progetto di riqualificazione per quell’area prevede verde pubblico e verde attrezzato e almeno in parte questo disegno deve restare. Se il Comune vuole mantenere quella destinazione, al Palermo calcio non interessa più”. Le alternative esistono. E secondo i tecnici comunali sono più veloci. « Abbiamo proposto al club rosanero l’area a destra dello stadio dove non ci sono vincoli. Lo spazio è più grande (700 mila metri quadrati contro 500 mila) e in più possiamo concedere anche gli spazi alle spalle del Bowling che vanno liberati dagli attuali manufatti abusivi». Una possibilità che avrebbe costi più elevati a carico del club. Decisivi saranno i prossimi giorni, quando i vertici del Palermo, accompagnati da tecnici di Regione, Comune e Soprintendenza, faranno sopralluoghi nelle aree proposte, in vista della nuova riunione del tavolo il 30 gennaio”.