Pulvirenti: «Ferrero, io sporcato il calcio? Hai rovinato immagine della Sampdoria»

Scambio di accuse a distanza di serie anni. Antonio Pulvirenti ha risposto a Massimo Ferrero dopo il suo arresto.

Come ricorda “Itasportpress” Ferrero il 2 luglio del 2015, quando scoppiò l’inchiesta calcioscommesse «I Treni del Gol” che coinvolse il Catania e in particolare l’ex presidente Nino Pulvirenti, non esitò a parlare a ruota libera contro l’imprenditore siciliano. “Questo signore che non conosco va radiato dal calcio. Noi stiamo cercando di portare le famiglie negli stadi e lui che fa? Ma come si permette di fare certe cose, di sporcare il calcio? Mi fa schifo, mi fa ribrezzo. Buttare la chiave? No, deve morire».

Adesso arriva la replica dell’ex patron del Catania:

«Il signor Ferrero, alla luce dell’indagine giudiziaria che lo ha travolto e spazzato via dal calcio, avrebbe fatto bene a stare zitto allora. C’è una bella differenza tra il sottoscritto e Ferrero, visto che io ho sempre anteposto gli interessi del Catania a quelli personali rimettendoci di tasca e invece, da quanto emerge leggendo i giornali, pare che lui abbia fatto l’opposto. Persone come lui dovrebbero rimanere lontanissime dal calcio perchè gettano ombre su questo sport e Ferrero ha sporcato l’immagine della Sampdoria un club che non merita tutto questo fango. Poi direi al signor Ferrero che l’inchiesta “I Treni del Gol” è tutta da chiarire perché non ci sono altre società coinvolte e penalizzate. Si parla di una tentata combine dove non ci sono calciatori squalificati che avrebbero venduto partite. Ha pagato solo il Catania visto che non è mai stato indicato chi avesse partecipato alla compravendita delle partite incriminate. Forse si è scelto la strada più facile facendo passare il club etneo per capro espiatorio.  Io ho sempre amato e amo ancora il Catania ed è per questo forte sentimento che mi lega ai colori rossazzurri che in passato ho commesso alcuni errori che ho pagato a un prezzo che ritengo sproporzionato e ingiusto. Concludo dicendo che la gestione Ferrero è figlia di un sistema di controlli e finta legalità che sta screditando il calcio italiano nel mondo”.