Processo Miccoli, parla un imprenditore palermitano: «Così l’amico di Fabrizio mi fece un’estorsione…»

Continua il processo che coinvolge Fabrizio Miccoli e Mauro Lauricella, figlio del boss, che con l’ex attaccante rosanero oltre ad una forte amicizia che li lega, sarebbe stato protagonista di alcuni illeciti. E’ stato sentito ieri un teste da parte del pm Maurizio Bonaccorso e degli avvocati Giovanni Castronovo e Vincenzo Gianbruno. Trattasi di Andrea Graffagnini giovane imprenditore palermitano che avrebbe raccontato di un’estorsione fatta proprio dall’amico dell’ex capitano rosanero: «Avevo detto a mio fratello che se non fossi tornato entro una certa ora, dalla riunione alla quale ero stato invitato alla Kalsa, avrebbe dovuto avvisare le forze dell’ordine. Ero seriamente preoccupato, intimorito. A seguito di questa vicenda me ne sono andato a Milano a svolgere la mia attività, perchè non ne ho più voluto sapere e poi io ero amico di Fabrizio». L’oggetto di tutto era la discoteca “Paparazzi” di Isola delle Femmine, per la quale al termine di una serie di conteggia  Graffagnini furono chiesti 20 mila euro, continua: «Non mi interessa chi paga . avrebbe detto Lauricella – qualcuno dovrà farlo prima di Milan-Palermo del novembre 2010. C’era certamente un aut aut, c’era di mezzo gente pesante, persone influenti con il quale non si poteva scherzare. Andai con il mio amico Rubens d’Agostino – continua Graffagnini – proprietario di un bar dal quale   mi facevo accompagnare sempre, sin da quando era entrato in gioco Mauro. C’erano 4-5 persone grandi, che non conoscevo. I soldi li consegnammo a “San Siro” tramite Lauricella e Miccoli. Qualche giorno dopo li rincontrai in un ristorante e li salutai. Li Gasparini mi aggredì e mi insultò davanti a tutti dicendo che i titoli erano scoperti»