Poteva essere un Palermo diverso ma è questo, bisogna adeguarsi. In primis Iachini

In tanti, nelle scorse settimane, avevamo fantasticato su ciò che poteva essere il Palermo di quest’anno: con un Dybala in meno ma con un qualcosa in più. Per almeno una volta tutti abbiamo immaginato, probabilmente, un’azione da cineteca del tandem Calleri-Vazquez, un’incursione solitaria di Araujo, una galoppata sulla fascia condita con un assist al bacio di Campbell o un contropiede letale di Defrel. In quanti avevano avuto una visione di Belotti in testa nella classifica cannonieri? O più semplicemente, quanti di voi si auguravano di rivedere il Palermo della scorsa stagione, con gli stessi protagonisti o quasi? Non siate timidi, un po’ tutti quanti.

Ma non è andata così. Ed è inutile piangersi addosso, non serve a nulla. Bisogna rimboccarsi le maniche e guardare dritta in faccia la realtà, cercando le giuste soluzioni. I rosanero non hanno acquistato nessuno dei nomi citati precedentemente, hanno perso il Gallo e hanno visto arrivare diverse facce nuove, una su tutte Gilardino. Allo stesso tempo, molti dei protagonisti dello scorso anno sono rimasti, eppure l’impressione è che nonostante ciò siano cambiate più cose di quanto possa sembrare all’apparenza.

Per una ragione o per un’altra, stiamo assistendo ad una involuzione individuale e di gruppo della maggior parte dei principali interpreti dell’ultimo positivissimo anno. Vi ricordate di Gonzalez? Il costaricano di questo avvio di stagione è un lontanissimo parente di quel pilastro di difesa, che in più di una volta ha messo una pezza agli svarioni difensivi rosanero. E’ stanco, stressato, fin troppo responsabilizzato? Ciò che è certo è che questo non è più quel SuperPipo che conoscevamo. Ma non è l’unico ad essersi dileguato. Le troppe voci di mercato che hanno investito, specialmente durante le ultime ore di mercato, il nostro Lazaar non pare gli abbiano giovato come speravamo. Si è caricato, forse fin troppo. La voglia di strafare può essere positiva ma soltanto se questa può essere costruttiva. In questo momento non lo è, né per lui né tanto meno per la sua squadra. Dal lato opposto, non ce ne voglia Rispoli, l’assenza di Morganella pesa come un macigno. Eppure siamo convinti che l’ex Parma può dare molto, molto di più. Che dire di Rigoni? Forse la paura del dualismo con Hiljemark? Speriamo di no, il Palermo ha bisogno sia delle sue incursioni che di quelle dello svedese. Quindi nessun affanno, nessuna corsa al gol, nessun testa a testa perché gli effetti alla fine sono quelli visti ieri (espulsione per il primo e sostituzione all’intervallo per il secondo). Giungiamo infine a lui, al perno, alla pietra miliare di questo gruppo, di questo gioco, di questo meccanismo: Vazquez. Va bene i calci, va bene le troppe attenzioni, va bene tutto. Ma Franco, è il destino dei giocatori di classe come te. Rialzati, corri, inventa, segna! Il Palermo conta su di te! Il Palermo conta su tutti voi. Non c’è tempo per pensare ad altro. Forza!

Discorso a parte va fatto, invece, per Gilardino. C’è chi dice che è fuori forma, chi invece che è servito malamente dai compagni. La verità, come sempre, sta nel mezzo. Se ciò che aspettiamo è che Gila prenda palla spalle alla porta, si giri, salti due avversari e concluda a rete, beh, potremmo aspettare anche un millennio. Ma non è una sua colpa. Non fa parte delle sue caratteristiche. Finora non è stato capito, un po’ da tutti ma soprattutto dal suo mister. Iachini, capiamo l’affezione verso il modulo che ti ha fatto entrare nella storia di questa società. D’altronde, rimanere così a lungo sulla panchina dei rosanero non è affatto facile, soprattutto di questi tempi. Ma se vuoi che questo record si migliori di settimana in settimana, è arrivata l’ora che ti adegui anche tu. Ed adeguarsi non significa “calarsi le corna”, come si dice da queste parti. Significa semplicemente prendere atto di ciò che si ha, di ciò che non si ha più e che non si ha avuto mai. Il Palermo di oggi è questo, con questi uomini, coi suoi tanti pregi e con altrettanti difetti. Questo modo di gioco piaceva a tutti, te lo assicuriamo. Adesso, però, non va. Non va per Gilardino, non va per Vazquez, non va per tutti. La partita contro il Sassuolo ne è stata l’emblema.

Quando le cose non vanno, ecco, bisogna venirsi incontro tutti. I giocatori verso l’allenatore, che se realmente nutrono un grosso affetto nei suoi confronti dovrebbero iniziare a remare come facevano qualche mese fa, né più e né meno. L’allenatore verso i giocatori, cercando di farli rendere al meglio per ciò che sono le loro caratteristiche, proprio come aveva fatto negli anni passati. Non è impossibile, si può fare. E’ il desiderio comune di tutti. Poteva essere un Palermo diverso ma è questo, bisogna adeguarsi. Tutti, nessuno escluso.