Palermo verso i playoff, il jolly sarà Accardi

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sul Palermo che si prepara ai playoff e in modo particolare su Accardi, jolly e simbolo di appartenenza.

E’ diventato il simbolo dell’appartenenza, concetto tanto caro alla nuova gestione societaria, ma il suo apporto non si misura solamente su quello. Andrea Accardi incarna perfettamente tante doti tipiche della sua terra: ragazzo palermitano serio e lavoratore, legato alle proprie radici ma allo stesso tempo desideroso di migliorarsi e consapevole che è solo dal sacrificio che arrivano i risultati.

E’ un difensore, non il tipo di calciatore che ruba gli occhi, eppure state certi che nell’economia di una squadra il suo apporto si avverte eccome. Non si arrende alle difficoltà né agli scetticismi, come dicono il faticoso cammino della prima parte di questa stagione, che Andrea ha dovuto saltare totalmente (ha debuttato alla 15.sima giornata) per una lesione al polpaccio con successive ricadute, e le perplessità dell’ambiente con cui ormai è abituato a convivere. Accardi ha sempre conquistato sul campo i suoi spazi: Boscaglia all’inizio della scorsa stagione non stravedeva per lui ma ha dovuto cambiare opinione durante l’anno fino a riconoscerne pubblicamente la crescita. Baldini, che nella prima esperienza rosa del 2003 ha allenato suo cugino Pietro (oggi ds dell’Empoli), ne ha fatto subito un punto di riferimento dello spogliatoio proprio per l’anima palermitana che a volte può essere un macigno, ma che comunque è un valore che va spiegato e mostrato a chi arriva da altre latitudini.

Trait d’union. In questa fase così decisiva, coi playoff alle porte, Accardi gioca per merito e non per semplice attaccamento alla maglia. Sa unire umiltà a concretezza e il suo rendimento è in costante miglioramento di pari passo con quello di una squadra che ha cambiato marcia nell’ultimo mese di regular season: 4 vittorie di fila, due in trasferta su campi come Monopoli e Bari, porta inviolata per tre match consecutivi, cosa capitata soltanto un’altra volta in campionato. Nell’ultima gara disputata al San Nicola, il ragazzo del Villaggio Santa Rosalia non ha sbagliato nulla, tempestivo nelle chiusure, pulito nei disimpegni. E per lui, unico trait d’union fra il Palermo scomparso nel 2018 quando doveva disputare i playoff per la A e quello rinato partendo dai dilettanti, il ritorno in B avrebbe un sapore doppiamente dolce.