Palermo, ricordi Formica? – Pacchi dall’estero: “u fenomenu”

Non per forza essere bassi per il mondo del calcio può rappresentare un handicap a livello di notorietà e prestazioni. Basti pensare al fatto che i due giocatori più forti mai esistiti al mondo, Maradona e Messi, non superano entrambi i 170 cm di altezza. In Italia, invece, abbiamo l’esempio più recente di Sebastian Giovinco, giocatore che ha avuto una carriera più che discreta. Forse anche per dare continuità al suo cognome Mauro Formica pareva poter entrare in questa speciale e lussuosa setta di giocatori straordinaria dall’altezza minuta. Purtroppo, il tempo ha espresso le sue sentenze negative. L’animale da cui il giocatore prende il nome può alzare anche più del doppio del suo peso. Formica, invece, non ha retto alle pressioni e ai paragoni di una carriera che si è sgretolata in maniera rapida e repentina, nonostante una parentesi italiana che avrebbe potuto lanciarlo verso i lidi più soleggiati del pallone. L’albiceleste sembra avere un legame particolare con il regno animale. Oltre al cognome palesemente indicativo in tal senso, in Argentina Formica fu soprannominato “El Gato” per le sue movenze feline. Questo perché nel Newell’s Old Boys, squadra nella quale iniziò a farsi notare, Formica abbagliò tutti con la sua grande velocità nei movimenti e una visione di gioco davvero avanzata. Non a caso il ragazzo interpretò nei primi anni di carriera i ruoli di trequartista e seconda punta con estrema leggiadria. Si parlava di altezze. Formica non è un gigante, certo, ma nemmeno troppo basso per giocare a calcio: con il suo metro e settantacinque – altre fonti sostengono arrivi ad un metro e settantotto – può comunque farsi valere. Difatti, con il NOB fioccano gol ma soprattutto assist. Il tempo dell’Europa arriva nel 2011: il Blackburn, club di Premier League, lo individua come nuovo fenomeno del calcio mondiale. Tanto è vero che il tecnico Steve Kean, rapito dal suo talento, lo descriverà come “un giovane Batistuta, uno dei migliori prospetti del calcio argentino”.  Evidentemente, però, il talento di Formica fatica ad imporsi. Dopo un inizio nella squadra riserve, il calciatore gioca con continuità siglando anche 4 reti in 34 presenze ufficiali. Il Blackburn retrocederà però in Championship e, dopo metà campionato nella Serie B inglese, Formica manifesta l’intenzione di cambiare aria. E per lui si apriranno le porte dell’Italia. Ad acquistarlo è il Palermo: i rosanero sono in piena zona retrocessione e svolgono una massiccia campagna a gennaio per provare a salvarsi. Formica, giocatore tecnico e con feedback positivi alle spalle, è la ciliegina sulla torta della sessione invernale. Non a caso i tifosi del Palermo si dimostreranno più che entusiasti dell’approdo del giocatore in Sicilia: “E’ davvero un gran colpo, complimenti a Lo Monaco”, o anche “Abbiamo preso davvero un grande giocatore, Zamparini lo rivenderà a 20 milioni” tra i commenti più gettonati. Qualcuno addirittura lo definisce “u fenomenu”, in dialetto. Il prestito in rosanero, però, si rivelerà quasi fallimentare, dando inizio al declino della carriera di Formica. Con la maglia dei siciliani l’argentino giocherà solo 8 partite. Nelle prime tre fornisce un assist e segna un gol contro il Chievo, poi però viene progressivamente dimenticato, soprattutto a Giuseppe Sannino. Le aspettative dei tifosi non vengono confermate: il Palermo retrocede in Serie B, con Formica che tornerà mestamente al Blackburn, che poi lo cederà a titolo definitivo in Messico. Inutile dire che le promesse di inizio carriera non sono state mai mantenute. Oggi Formica, a 28 anni, è tornato a giocare nel club che aveva cercato di lanciarlo a livello professionistico. Una magra consolazione quella di essersi riuniti. L’argentino cercherà così di togliersi qualche soddisfazione in patria. A Palermo, intanto, forse qualcuno continua ad attendere “u fenomenu”, un gato appesantito ed evidentemente non bravo abbastanza“. Questo quanto riporta “Contraataque.it”.