Palermo-Reggina, Taibi in conferenza: «Da calciatore speravo di giocare in rosanero, con Zamparini il club puntava in alto»

Il ds della Reggina Massimo Taibi ha parlato in conferenza stampa toccando vari temi, dal mercato al campionato passando anche dal Palermo, sua squadra del cuore nonché prossimo avversario degli amaranto.

Ecco le parole del dirigente originario di Palermo:

«Ringrazio il patron Saladini se stiamo qui a parlare oggi di mercato. La sessione di gennaio è stata percepita da qualcuno in modo sbagliato. Dovevamo stare all’interno di certe condizioni economiche, e cioè a ogni uscita doveva corrispondere un’entrata, senza appesantire il bilancio societario. Già da due mesi stavo lavorando in questa direzione, individuando alcuni elementi. Il mio lavoro permette anche di sondare diversi tipi di giocatori, ma al momento alcune trattative non erano sostenibili per noi. Questo è stato un mercato tra i più poveri. Ho visto squadre che hanno lavorato molto su sostenibilità, risparmio, contenimento dei costi, forse a parte Palermo e Frosinone. Per noi Reggina non è stato un mercato povero, ma all’interno della sostenibilità. Abbiamo preso dei giovani e un paio di esperti. Quindi, con la giusta intelligenza, abbiamo scelto di migliorare la squadra. Siamo contenti del lavoro di mister e squadra, siamo terzi. Ero stato chiaro, avevo fatto anche un video perché volevo comunicare ai tifosi le nostre intenzioni. Nel mio lavoro mi informo, se ci sono delle situazioni, e su determinati calciatori sapevo che non erano prendibili per noi. Ionita si è proposto col nostro mister, voleva venire, ma poi come è successo a luglio ha cambiato idea. Sapete cosa penso su questo. Ho rinunciato anche a delle offerte interessanti su Rivas, perché lui è un giocatore importante per noi. Per me Galabinov è un giocatore che tra un mese, o qualcosa in più, avremo al massimo. Le prime partite l’anno scorso aveva segnato tanto. In questo momento di mercato, con pochissime punte, ce lo teniamo stretto e ci darà una mano. L’ho considerato».

«Con Inzaghi ci sentiamo tante volte al giorno, non mi fa dormire. Le scelte le ponderiamo insieme, poi lui mi indirizza e mi dà l’ultima scelta. Sapevamo di fare un buon campionato, ora non ci tiriamo indietro. Siamo terzi, evidentemente i valori sono questi, e non dimentichiamo che all’inizio non ci davano in questa posizione. O stiamo facendo troppo bene noi o stanno facendo male gli altri. Ovviamente non è detto che bisogna aspettare tre anni. Tifosi? Sono andato a vedere alcune partite in Inghilterra, era come stare a teatro, c’erano donne e bambini, tranquilli. E’ questione di mentalità, dobbiamo svoltare tutti, dalle società ai tifosi. Non ci guardano così bene dall’estero. Palermo? Io nasco a Palermo, ma quando ho iniziato la carriera da professionista il Palermo non era in categorie professionistiche. Io giocavo in Serie A. Ha cominciato a puntare in alto con Zamparini nei primi anni 2000, ma io ero grande. Ci speravo, ma la realtà era diversa. Forse è stato anche un bene. Ho vissuto paradossalmente più Reggio che Palermo e a volte mi accorgo che sono poco razionale. Già faccio fatica qui, figuriamoci a Palermo. Essere poco lucido non sarebbe la cosa corretta».