Palermo, l’ira dei gestori dei pub contro Orlando: «Colpo di grazia al settore»

Alla Vucciria, il mercato di Palermo diventato uno dei luoghi più frequentati della movida, questa sera si è tornati come ai vecchi tempi, prima della emergenza Coronavirus, 18 maggio 2020. Assembramenti di giovani e meno giovani, molti dei quali non a distanza di sicurezza e privi di mascherine protettive, così come prevede il Dpcm e l'ordinanza del presidente della Regione. Folla davanti ai locali, presi d'assalto senza le misure precauzionali per contrastare il contagio previste dalle disposizioni che da oggi hanno dato il via libera alla riapertura anche di bar e ristoranti. ANSA/FRANCESCO NUCCIO

Scoppia la polemica a Palermo dopo la decisione relativa alla chiusura per i coperti entro le 01:30 della notte e il divieto per la vendita di alcolici da asporto dopo le 20:00. I gestori dei pub, sono allo scontro contro Orlando.  Diego Bonsignore, proprietario del VinoVerso ha commentato la questione. Ecco le sue parole riportate da “Ilsicilia.it”: «E allora ditelo chiaramente: avete scelto di dare il colpo di grazia alle imprese. L’intenzione è chiara,il comune di Palermo ha deciso di continuare il lavoro che il Covid e la conseguente crisi finanziaria aveva lasciato a metà. Questa ordinanza e prima di logica non da sicurezza ma maschera con la scusa dei vari decreti la vera volontà, ovvero far chiudere tutte le attività notturne. Nella terra del sole vedo solo ombre fame e miseria,nessuna possibilità di ricrescita. Una terra allo sbando senza turisti e clienti con un tessuto economico distrutto alla mercé di uomini di ghiaccio dediti alla distruzione piuttosto che alla ricostruzione. Come si può pensare che il Covid abbia un suo orologio biologico a fasce orarie attivo solo dall’una e trenta in poi. Abbiamo capito che questo virus preferisce bar e ristoranti lasciando sicuri tutti gli altri luoghi. Siamo stanchi di combattere una guerra destinata al fallimento,se credete che il Covid sia un unica nostra responsabilità,chiudeteci e ponete fine a questa lunga e sofferta agonia!».