Palermo, la chat delle polemiche: “Siete schiavi del capo”. Ecco perché l’assessore alle Culture Darawsha si è dimesso

Ieri, l’assessore alle Culture Adham Darawsha, ha annunciato le sue dimissioni su Twitter. Poche ore dopo aveva già cancellato la sua pagina di assessore su Facebook e su Twitter si descriveva come “ex” componente dell’esecutivo: «Ho presentato al sindaco Leoluca Orlando le mie dimissioni da assessore alle Culture. Ho cercato di dare il mio contributo a questa mia amata città. Ma oggi è tempo di girare pagina. Ringrazio tutti quelli che mi hanno accompagnato in questo percorso».

All’origine della decisione ci sarebbe un dibattito infuocato sulla chat telefonica della giunta, già lunedì mattina, proprio attorno alla notizia dell’ultimo posto in classifica ricoperto da Orlando. Il sindaco l’avrebbe condivisa con i suoi invitandoli a fare di più e soprattutto a comunicare nel modo migliore i traguardi raggiunti. Ma Darawsha che, come rivela “Repubblica.it”, non ha mai fatto mistero degli ostacoli della burocrazia con cui si è scontrato nei suoi 15 mesi di mandato per portare avanti i progetti e della carenza di risorse soprattutto per la cultura, avrebbe risposto a tono sottolineando che è non è facile comunicare le cose positive quando ci sono le bare accatastate al cimitero dei Rotoli, i marciapiedi rotti e l’immondizia in strada. E mentre i suoi colleghi assessori avrebbero accolto in chat l’invito del sindaco a fare di più e a comunicare meglio i risultati positivi, lui sarebbe rimasto sulle sue, tanto da accusare a un certo punto i colleghi di essere troppo accondiscendenti con il “capo”. Il sindaco, ieri, lo ha invitato a tornare indietro sulle sue dimissioni. A restare in carica almeno fino al giorno del Festino di Santa Rosalia. Darawsha ha fatto sapere che non lo farà.