Palermo. Il museo un’attrazione per il City

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul Palermo Museum un’attrattiva anche per il City Group.

Una tappa «obbligata», anche per le trattative. Il museo del Palermo, al suo primo anno di apertura al pubblico, è stato il fiore all’occhiello del club rosanero in questi mesi di incontri, avvenuti spesso in sede, con al centro l’interesse di potenziali investitori. Anche quelli del City Football Group, che nelle ultime settimane hanno visitato il «Barbera» e hanno sgranato gli occhi dinanzi alla storia del calcio palermitano.

Tra gli oltre 120 visitatori mensili che si sono susseguiti in questo periodo, ci sono stati anche i vari Marwood, Gardini, Gigliani, Zavagno e De Montauzon, tutti gli uomini dello sceicco Mansur, inviati in Sicilia per toccare con mano la realtà palermitana. E il museo, anche per loro, è stato motivo di valutazione positiva. Curato dal giornalista Giovanni Tarantino, coordinatore scientifico del progetto, il museo ha visto entrare diversi soggetti con cui Mirri si è intrattenuto in colloqui relativi al futuro del club. Non solo da Manchester, dunque, ma è chiaro che l’interesse del City Football Group si sia concretizzato in qualcosa di ormai prossimo all’annuncio.

Marwood, il primo dirigente della holding a metter piede in viale del Fante nel corso di questi due mesi, ha fatto letteralmente il proprio ingresso allo stadio da lì, entrando dal lato spogliatoi in gran segreto, per il suo primo sopralluogo a 24 ore da Palermo-Triestina, prima gara casalinga degli scorsi play-off. Per il club, inoltre, il museo è stata anche una vetrina per le proprie vecchie glorie: Ilicic, Sorrentino, Gilardino, Bovo, Bombardini, più i nazionali Belotti e Sirigu, giusto per citare quelli transitati di recente, che hanno potuto rivivere anche parte della loro storia in maglia rosanero. Loro, come altri ospiti del club, hanno fatto il consueto tour tra maglie, palloni, video di partite entrate nella leggenda e altri ricordi legati al Palermo.

Altri cimeli storici potrebbero essere esposti in mostre periodiche allo stadio, come inizialmente previsto nel piano di sviluppo del museo. In questi mesi frenetici, da semplice «asset» con cui cercare di attirare tifosi e curiosi (molti turisti hanno visitato il museo nella loro permanenza in Sicilia), il Palermo Museum si è rivelato essere luogo di incontro d’affari, anche se non proprio di trattative. Per gli emissari del City Football Group è stata una sorta di tappa programmata nel corso delle loro «missioni» palermitane e così anche per altri dirigenti, interessati al club o entrati a far parte della vita dello stesso