Palermo è la capitale delle tasse l’Irpef, schizza all’1,57 per cento. La giunta comunale fissa l’aliquota a un livello che non ha eguali in Italia

L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma su Palermo capitale delle tasse.

La stangata più salata d’Italia. Mentre il Comune attende di firmare il patto con lo Stato per ricevere gli aiuti che la salveranno dal dissesto la giunta definisce la delibera di aumento dell’Irpef: aliquota a 1,57 per cento da quest’anno, a 1,73 dall’anno prossimo. Non solo il doppio rispetto all’attuale ma soprattutto la più alta tra tutte le città italiane.

La stangata – La legge è chiara: possono aumentare l’Irpef sopra il limite di legge —
fissato allo 0,8 per cento — solo i Comuni che accedono a un piano di aiuti speciale dello Stato. In questo momento si tratta di quattro città: oltre a Palermo, ci sono Napoli, Torino e Reggio Calabria. Ma nessuna delle tre ha disposto gli aumenti che il capoluogo ha invece assicurato a Roma di varare. Reggio Calabria ha deciso di non aumentare la tassa sulla persona fisica: nonostante la firma del patto per ricevere gli aiuti, l’aliquota resterà anche quest’anno allo 0,8 per cento. Napoli ha congelato le tariffe per quest’anno e varato un mini aumento solo a partire dal 2023 quanto l’aliquota passerà allo 0,9 per cento ma con la fascia d’esenzione che abbraccerà i redditi fino a 12mila: finora si fermava a 8mila. Ieri in aula l’assessore alle Finanze Pier Paolo Baretta ha detto che il governo avrebbe voluto il raddoppio ma che il Comune ha portato avanti una negoziazione per evitare lo scenario peggiore.

E Torino? L’aumento ci sarà e già da quest’anno, ma l’esecutivo ha stabilito di modularlo per fasce di reddito. Tra i 28mila e i 50mila euro, l’aliquota crescerà poco, fermandosi allo 1 per cento. Sarà invece stangata per i redditi più alti: 2,5 sopra i 50mila euro. Il sindaco di Torino Stefano Lo Russo in aula si è scusato con chi verrà toccato dalla manovra. Aumenti per tutti E a Palermo? L’aumento sarà per tutti, senza nessuna distinzione tra più ricchi e più poveri e senza nessuna fascia di esenzione. Il reddito medio dei 240 mila contribuenti è di 26mila 785 euro. Significa che finora la maggior parte dei cittadini ha pagato 214,28 euro e invece quest’anno ne pagherà 420,52 e il prossimo 463,38, più del doppio. Ma la cifra potrebbe ancora crescere: dipenderà dall’accordo che il Comune firmerà con Roma nelle prossime ore. Se verrà confermato che il contributo è solo di 180 milioni ci sarà un altro ritocco: aliquota a 1,76 quest’anno e a 1,98 dal 2023 con un ulteriore aumento di circa 51 euro subito e di circa 67 euro tra 12 mesi.