Palermo: droga a domicilio, in 12 condannati

Traffico di droga a Domilio nella “Palermo Bene”, “Gds.it” fa il punto della situazione sull’inchiesta che ha condannato dodici persone.

Dodici condanne per altrettanti imputati di un traffico di droga, soprattutto cocaina, diretto a rifornire di stupefacenti professionisti, avvocati, medici a Palermo. Le ha inflitte col rito abbreviato il Gup del Tribunale Guglielmo Nicastro, che ha accolto le richieste del pm Gaspare Spedale, del pool della Direzione distrettuale antimafia coordinato dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca.

Il blitz della Squadra Mobile fu portato a termine con sedici arresti nel luglio 2019 e rappresentò la prosecuzione di un’altra operazione (denominata soltanto H24) di un paio di anni prima: il riferimento contenuto nel titolo dell’inchiesta è alla assiduità con cui venivano riforniti i clienti, 24 ore su 24, grazie a una sorta di call center che veniva chiamato in continuazione, numeri di cellulare che cambiavano ripetutamente per sfuggire alle intercettazioni, ma che erano sempre attivi per le ordinazioni. In alcuni casi, come testimoniato dalle indagini condotte dagli investigatori diretti dal capo della Mobile, Rodolfo Ruperti, la droga fu pure consegnata a domicilio presso un noto studio legale di Palermo, dopo che il pusher aveva concordato le consegne con l’inconsapevole segretaria.

Rispetto alle richieste del pm, il giudice Nicastro ha un pò ridimensionato le pene, ma non ha assolto nessuno degli imputati. Solo per Antonio Napolitano la condanna è stata superiore a quanto proposto dall’accusa: 7 anni e 2 mesi (contro 6 anni e 8 mesi).

Ha avuto più di tutti Giuseppe Randazzo: 13 anni e 8 mesi (la Procura ne voleva 18), poi Danilo Biancucci, con 10 anni e 2 mesi (erano stati chiesti 14 anni, è difeso dall’avvocato Angelo Formuso). Le altre posizioni: Ernesto Gulotta 8 anni e 2 mesi (richiesta di 13 anni e 6 mesi, avvocato Corrado Sinatra); Francesco Paolo La Rocca e Giuseppe Vallecchia 8 anni a testa (la richiesta era stata rispettivamente di 12 anni e 4 mesi e di 18 anni,avvocati Antonio Turrisi e Debora Speciale); Emanuele Calaiò 5 anni e 2 mesi (8 anni); Anna Bonfardino 4 anni e 10 mesi (avvocato Annalisa Abbate, richiesta 7 anni); Carlo Marchese 3 anni (richiesta di 8, avvocato Riccardo Bellotta); Emanuele D’Angelo un anno e 10 mesi (4 anni e 8 mesi, avvocato Pietro Piazza).

Nel processo erano imputati anche Francesco Paolo Lo Iacono e Lorena Vitale, conviventi ed entrambi pentiti. Per loro le richieste della Procura sono state accolte quasi del tutto: 2 anni e 6 mesi per l’uomo e 1 anno e 10 mesi per la donna. Li assistono gli avvocati Gloria Lupo e Valerio D’Antoni.