Palermo, difesa fragile e attacco nullo. I «big» si eclissano sul più bello

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sui problemi del Palermo in questa stagione deludente terminata con la sconfitta rimediata a Venezia.

L’epilogo che molti temevano ma che nessuno avrebbe mai voluto: la stagione del Palermo è al capolinea senza nemmeno aver raggiunto la finale play-off, con la parola fine scritta da un Venezia più affamato e arrivato al doppio confronto più pronto in termini di risultati e di classifica. I rosanero pagano i numerosi scenari che hanno portato a un piazzamento insoddisfacente.

Un Campionato di Alti e Bassi

Il campionato era partito con i migliori auspici, ma da un certo momento è diventato una ricerca pressoché costante di un male minore: dalla promozione diretta l’obiettivo si è spostato alla semifinale play-off e da lì al fattore campo, ottenuto però solo all’ultima giornata dopo aver avuto la certezza matematica della qualificazione agli spareggi nel turno precedente. Dopo aver superato di slancio la Sampdoria nel primo turno, in semifinale è arrivato il peggior incrocio possibile: il Venezia, arrivato a tre punti dalla promozione diretta, era nettamente favorito sui rosanero.

Mercato e Prestazioni

La delusione è forte, perché tanto in estate quanto a gennaio il mercato era stato improntato su profili che fossero in grado di trascinare alla Serie A e soprattutto di fare la differenza in eventuali play-off. Niente di tutto questo è avvenuto contro i lagunari: Lucioni ha commesso due leggerezze costate altrettanti gol (Pierini all’andata, Candela al ritorno), Di Francesco è diventato una seconda scelta e Insigne si è fatto notare più per errori banali che per giocate di qualità. Anche la vecchia guardia non è stata all’altezza: Brunori invisibile, Soleri volenteroso ma senza armi contro il terzetto difensivo di Vanoli, Gomes limitato dai guai fisici e poco adatto a un palcoscenico dai ritmi così alti.

Il Confronto al Penzo

La sfida del Penzo ha visto il Palermo uscire con le ossa rotte, molto di più di quanto non certificasse il 2-1 finale: contrariamente alla partita di lunedì, stavolta i 14 punti di distacco si sono visti tutti, come anche la differenza tra una squadra organizzata e una disorganizzata. La mentalità battagliera promessa da Mignani dopo la sconfitta dell’andata si è subito scontrata con quella altrettanto lucida e propositiva chiesta da Vanoli: ne è venuto fuori un Venezia subito aggressivo, che ha colpito i rosa a freddo con la perla di Tessmann. Il 2-0 di Candela, arrivato dopo la gran parata di Joronen su Segre ma favorito da una nuova dormita della difesa, ha tolto ogni stimolo di rimonta: la ripresa è stata un monologo dei lagunari, mentre il Palermo non ha ottenuto alcunché dai cambi se non uno spunto di Traorè deviato nella porta sbagliata da Svoboda, quando però erano già partiti i titoli di coda.

Tradizione Negativa negli Spareggi

La tradizione negli spareggi promozione si conferma negativa: negli ultimi quattro tentativi (2017/18, 2020/21, 2021/22 e 2023/24) i rosa hanno esultato solo per il ritorno in B due anni fa, mentre dodici mesi prima la rincorsa si era fermata al terzo turno contro l’Avellino per via della parità complessiva sfavorevole. L’eliminazione di venerdì non brucia come quella del 1999 contro il Savoia in C-1, ma viste le ambizioni della vigilia fa comunque molto male.

Prospettive per il Futuro

La scelta sulla panchina verrà infatti delegata in prima battuta al direttore sportivo, ruolo al momento occupato da Rinaudo ma con la sensazione che alle porte vi sia un avvicendamento. Il contratto dell’ex difensore rosanero scade il 30 giugno e i discorsi sul rinnovo si sono interrotti da tempo. Nei prossimi giorni ci sarà un incontro tra lui e i vertici societari per fare il punto, ma difficilmente la strada tracciata prenderà una piega diversa.

Una volta sciolta la riserva sul direttore sportivo (ad oggi nessuna ipotesi su un’eventuale successione) si passerà alla decisione sull’allenatore. Sarà dunque necessario attendere alcuni giorni per capire come prenderà forma il Palermo 2024/25, dopodiché partirà quello che prevede di essere uno smantellamento in piena regola del gruppo squadra. L’obiettivo è arrivare al ritiro di Livigno con le idee chiare, non tanto sugli obiettivi che già sono evidenti quanto piuttosto sui mezzi e gli uomini cui si vuole ricorrere per raggiungerli.

Il Palermo si trova a un bivio dopo una stagione deludente. La dirigenza deve fare scelte decisive riguardo il direttore sportivo e l’allenatore per impostare una strategia vincente per la stagione 2024/25. La preparazione al ritiro estivo sarà cruciale per costruire una squadra competitiva e in grado di puntare alla promozione diretta in Serie A.