Palermo, Cosa nostra voleva uccidere un architetto Mafia: in cella vecchi boss e uomini d’onore riservati

Gli investigatori sono riusciti a entrare dentro i segreti della cosca di Mezzomonreale grazie a microspie e telecamere piazzate nel luogo di un summit. La vittima accusata di avere sbagliato alcune pratiche di sanatoria edilizia e di avere mancato di rispetto al capomafia Gioacchino Badagliacca, che adesso torna in carcere dopo l’assoluzione di tre anni fa,

I carabinieri del Nucleo investigativo di Palermo hanno arrestato sette persone con le accuse di associazione mafiosa ed estorsione aggravata.

Il blitz, coordinato dalla Dda guidata dal procuratore Maurizio de Lucia, ha colpito la ‘famiglia’ mafiosa di Rocca Mezzomorreale (Pa) e i suoi vertici, già condannati in via definitiva e tornati liberi dopo aver scontato la pena.

In cella sono finiti anche uomini d’onore riservati, sfuggiti finora alle indagini, che sarebbero stati chiamati in azione solo in momenti di criticità per la cosca.Per 5 indagati è stato disposto il carcere, per due i domiciliari. L’operazione, condotta tra Riesi, nel nisseno, e Rimini, ha consentito di smantellare la famiglia mafiosa di Rocca Mezzomonreale, “costola” del mandamento palermitano di Pagliarelli, ed ha confermato, ancora una volta, le storiche figure di vertice, già in passato protagoniste di episodi rilevantissimi per la vita dell’associazione mafiosa, come la gestione del viaggio a Marsiglia del boss Bernardo Provenzano per sottoporsi a cure mediche o la tenuta dei contatti con l’ex latitante trapanese Matteo Messina Denaro (ANSA).