Palermo, come farsi del male. Squadra a pezzi abbonata ai rossi

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla sconfitta rimediata ieri dal Palermo a Latina.

Rosso fisso. Il Palermo perde a Latina la sua terza partita esterna di fila e scivola in classifica. L’unico “palermitano” applaudito ieri è stato Daniele Di Donato, allenatore del Latina, rimasto nel cuore dei cento ultras rosa, che non hanno mai smesso di incoraggiare la propria squadra fino al sesto minuto di recupero. L’anno finisce con l’immagine di una squadra a pezzi, mai sosta fu più opportuna.

Il Latina ringrazia, perché ieri pomeriggio il Palermo ha fatto quasi tutto da solo. È rimasto in dieci al 10’ quando Buttaro ha atterrato Carletti lanciato a rete da un errato controllo di palla di Lancini. E dopo avere subito il gol dello stesso Carletti (bel colpo di testa al 18’, molto angolato dopo un altro rinvio impreciso di Lancini) è rimasto in nove al 34’, quando Pelagotti ha atterrato Jefferson che su un lungo lancio di Amadio aveva sorpreso la difesa rosa ferma come le belle statuine. Pelagotti ha esitato. “Esco o non esco”, avrà pensato. Attimi decisivi perché Jefferson guadagnasse un leggero vantaggio.

Le incertezze di Lancini e Pelagotti hanno deciso una partita che non è stata una… partita. Difficile perfino da valutare. Il calcio è un’altra cosa. Quando si resta in nove giocatori dopo mezzora di gioco cosa si può fare? E a poco serve ricordare che l’anno scorso il Palermo a Catanzaro pareggiò appunto con due uomini in meno. Fu un miracolo calcistico. In genere non c’è nulla da fare. Star lì cercando di non prendere altri gol, stringendo i denti, senza più tattica che tenga, con buchi in ogni reparto. Un rincorrersi di stati d’animo, di emozioni, un corpo a corpo senza alcun filo logico e alla fine è già tanto che il Palermo abbia perso col minimo scarto.