Ore d’attesa per il futuro del Palermo: domani il triplice fischio

Tra poco più di 12 ore avrà inizio la partita più importante del club di viale del Fante, ovvero l’udienza definitiva per l’istanza di fallimento del club di viale del Fante. Terreno di gioco sarà la sezione fallimentare del Tribunale di Palermo, arbitro il presidente Giovanni D’Antoni, calcio d’inizio fissato per le ore di 9 di domani. L’istanza di fallimento, presentata dalla Procura della Repubblica lo scorso novembre, nasce dal procedimento penale aperto la scorsa estate nei confronti, tra gli altri, del patron del Palermo Maurizio Zamparini in cui erano ipotizzati i reati di appropriazione indebita, falso in bilancio, riciclaggio ed autoriciclaggio. Da chiarire, inoltre, la cessione del marchio alla società lussemburghese Alyssa.

Accuse che hanno indotto l’imprenditore friulano ad affidarsi a Giovanni Giammarva, esperto commercialista palermitano nominato presidente del club di viale del Fante, che insieme al pool di avvocati scelti da Zamparini ha contestato il buco in bilancio che secondo la Procura renderebbe il Palermo insolvente. Il 16 dicembre la decisione del Tribunale di nominare tre periti super partes (Saverio Mancinelli, Daniele Santoro e Angelo Paletta), il cui dossier presentato il mese scorso sembra essere favorevole alla società rosanero.

Sì perché a favore del Palermo c’è sopratutto la valutazione del parco giocatori del club di viale del Fante, che per i periti è nettamente superiore rispetto a quella presentata lo scorso novembre dal consulente della Procura Alessandro Colaci. A questa si aggiungono altri due punti che dimostrerebbero che il Palermo non è insolvente: la consistente riduzione dei debiti e l’incasso della tranche da 11,5 milioni di euro della vendita del marchio alla società lussemburghese Alyssa.

A confermare, invece, la “versione” tutt’altro che rosea della Procura, c’è anche la testimonianza dell’ex presidente rosanero Paul Baccaglini, ascoltato da qualche settimana fa dai magistrati. Secondo l’ex Iena non sarebbe stato possibile conteggiare i reali debiti del Palermo, perché Maurizio Zamparini non avrebbe dato le dovute garanzie sui 40 milioni di credito che vantava nei confronti di Alyssa. Tutti motivi che avrebbero poi portato Baccaglini ad un’offerta di soli 20 milioni (più 10 in caso di immediata promozione in serie A) per l’acquisto del Palermo, ritenuta troppo bassa da Zamparini. Un’entrata a gamba tesa, quella di Paul Baccaglini, che di certo non è andata giù all’imprenditore friulano.

Che sia fallo o meno, al club di viale del Fante, ai tifosi rosanero ed agli addetti ai lavori non resta che aspettare il triplice fischio.