Odio e amore. Zamparini mette fine ad un’era durata 16 anni

“Con un nodo alla gola ho firmato la mia uscita di proprietà”, “Ho venduto il Palermo per una cifra simbolica di 10 euro”. Queste sono soltanto due brevi frasi tratte dalla lettera aperta di Maurizio Zamparini (CLICCA QUI per leggerla), da tempo ex presidente del Palermo e da oggi ex patron. Il che è stranissimo da scrivere. Eppure è così. Dopo poco più di 16 anni l’imprenditore friulano non è più il proprietario del club di viale del Fante. Maurizio Zamparini non è più il numero uno del Palermo, anche se ancora resta da capire se resterà al fianco della nuova proprietà, ancora super segreta, come consulente sportivo. Ma questa è un’altra storia. Adesso vogliamo raccontarvene un’altra.

Una storia che tutti i tifosi rosanero conoscono. Una storia che inevitabilmente resterà nei cuori di tutti, anche in quelli dei più aspri contestatori di Maurizio Zamparini. Perché la storia è storia, non si può cancellare. E Maurizio Zamparini ha fatto la storia del club rosanero. Tra alti e bassi. Quindi mettetevi comodi, prendete una pausa dallo scetticismo e dalla contestazione e ripercorriamo insieme i momenti più salienti dell’era Zamparini…

Era il lontano 21 luglio 2002, quando l’ex patron decideva di investire sulla squadra del capoluogo siciliano, rilevando le quote di Franco Sensi per una cifra che si aggirava intorno ai 15 milioni di euro. Arrivava dal Venezia e da lì portava l’allenatore Ezio Glerean insieme a diversi giocatori direttamente dal ritiro estivo dei lagunari. Glerean, il primo esonero di Zamparini al Palermo, dopo appena una giornata di campionato. Il primo di quella che diventerà una lunga serie. Al suo arrivo alla guida del club rosanero, l’ex patron viene accolto con gioia da tutti i tifosi rosanero, che di affetto e calore gliene hanno dimostrato tanto, almeno all’inizio. Tifosi che non hanno tardato a conoscerlo.

Lui, friulano doc dal carattere forte e fumantino. Decisamente poco paziente con i propri allenatori e la nomea di “mangia allenatori” la dice lunga. Tutti tratti che, nel bene e nel male, hanno fatto e fanno di lui una personalità unica. Il primo successo dell’era Maurizio Zamparini è stato sfiorato immediatamente dopo il suo arrivo, ovvero nel 2003, quando i rosanero hanno sfiorato una promozione nella massima serie che è arrivata solamente una stagione dopo. Era il 29 maggio 2004 quando il Palermo di Guidolin ha staccato un biglietto d’andata per la serie A dopo ben 31 di assenza dal calcio che conta. Quel calcio che i tifosi palermitani tanto sognavano. Da 31 anni. Il calcio che conta, reso possibile dagli investimenti fatti da Maurizio Zamparini che a Palermo portò Toni, i gemelli Filippini, Corini, Grosso e non solo.

Questo il bigliettino da visita dell’imprenditore friulano. Seguito, negli anni, da cinque qualificazioni in Europa, una Champions League sfiorata ed un’indimenticabile finale di Coppa Italia contro l’Inter sotto la guida di Delio Rossi. Una notte magica che ha visto l’intera Capitale colorarsi di rosa e nero. Un climax ascendente di gioie. Almeno fino al 2011.

Sì, perché alle gioie sono poi seguiti i dolori. La finale di Coppia Italia è stato il picco più alto del Palermo di Maurizio Zamparini. Lo spartiacque della sua era in rosanero. Da lì in poi, sebbene dalla squadra palermitana siano passati altri campioni del calibro di Dybala, Vazquez o Belotti (i “successori” dei vari Miccoli, Amauri, Pastore e Cavani), la favola iniziata nel 2002 inizia a vedere allontanarsi sempre più il lieto fine. Cessioni su cessioni, due retrocessioni in serie B, una promozione in serie A fallita, l’istanza di fallimento, i problemi con la giustizia, la cessione del club troppe volte annunciata e mai concretizzata, la contestazione da parte di grandissima parte della tifoseria. Fino ad oggi.

Appuntatevi questa data sul calendario. Una data storica perché, che ci crediate o no, Maurizio Zamparini ha ceduto il Palermo e chissà se i nuovi proprietari scriveranno una storia migliore.