Nuovo Dpcm: un’Italia a 4 colori, ma nessuna regione può sperare nel bianco. Ecco le regole a partire da sabato. I dettagli

La luce in fondo al tunnel è la nuova zona bianca, che verrà istituita con il nuovo decreto legge illustrato oggi in Parlamento dal ministro della Salute Roberto Speranza, ma è un traguardo ancora molto lontano da raggiungere per le regioni italiane.

Da domenica dunque, l’Italia tornerà a presentare una mappa certamente a due, ma forse anche a tre colori, gialla, arancione e rossa, la zona questa con più restrizioni dove secondo l’ultimo monitoraggio dell’Iss rischiano di finire due regioni, Lombardia ed Emilia Romagna che, oltre all’indice di contagio in costante aumento, sono definite ad alto rischio.

La luce in fondo al tunnel è la nuova zona bianca, che verrà istituita con il nuovo decreto legge illustrato oggi in Parlamento dal ministro della Salute Roberto Speranza, ma è un traguardo ancora molto lontano da raggiungere per le regioni italiane.

Da domenica dunque, l’Italia tornerà a presentare una mappa certamente a due, ma forse anche a tre colori, gialla, arancione e rossa, la zona questa con più restrizioni dove secondo l’ultimo monitoraggio dell’Iss rischiano di finire due regioni, Lombardia ed Emilia Romagna che, oltre all’indice di contagio in costante aumento, sono definite ad alto rischio.

 

Ecco cosa si potrà fare zona per zona a partire da sabato 16 gennaio

Zona bianca
È il premio, lo zuccherino per chi taglierà il traguardo di riportare l’epidemia sotto controllo. Rt, cioè l’indice di contagio sotto 1 e tasso di incidenza di contagi ogni 100.000 abitanti non superiore a 50, oltre alla classificazione a basso rischio. Per il momento la regione più vicina è la Toscana, unica classificata a basso rischio nell’ultimo monitoraggio dell’Iss, ma dove il tasso di incidenza è ancora tre volte superiore a quello richiesto.

Nelle regioni che otterranno l’ingresso in zona bianca verranno sostanzialmente abolite tutte le restrizioni. Resterà obbligatorio l’uso della mascherina sempre e il distanziamento ma gli spostamenti saranno totalmente liberi, non si dovrà più rispettare il coprifuoco dalle 22 alle 5, bar e ristoranti torneranno ad aprire la sera ovviamente nel rispetto delle misure di sicurezza, aperte tutti i negozi e i centri commerciali nel weekend. Fine delle restrizioni anche per il mondo dello sport con la riapertura di palestre, piscine, sport di squadra e di contatto e riapertura anche per cinema, teatri, musei, mostre, convegni, fiere. Anche gli incontri saranno liberi mantenendo però obbligo di mascherina e distanziamento.

E naturalmente ritorno delle lezioni in presenza per tutte le scuole di ogni ordine e grado.

Zona gialla
Misure più stringenti rispetto a quelle finora adottate nelle zone ritenute a rischio moderato. Innanzitutto gli spostamenti: ci si potrà sempre muovere liberamente, senza alcuna giustificazione, ma non si potrà oltrepassare i confini regionali se non per motivi di lavoro, salute o necessità o per far ritorno alla propria residenza, domicilio o abitazione dove ci si potrà sempre ricongiungere con il partner se vive e lavora altrove. Chi ha una seconda casa all’interno dei confini regionali potrà raggiungerla liberamente.

Aperti tutti i negozi, tranne i grandi magazzini e i centri commerciali nel weekend. E aperti, ma solo fino alle 18, bar, ristoranti, pasticcerie, gelaterie. Dopo quell’orario dovrebbe rimanere consentito solo il servizio a domicilio perché l’intenzione del governo, per evitare gli assembramenti da movida davanti ai locali, è quella di vietare anche l’asporto dopo le 18. Le regioni hanno proposto invece una misura meno penalizzante per i locali, e cioè quella di vietare solo l’asporto di bevande. Una decisione definitiva verrà presa solo domani dopo l’ultimo confronto.

La luce in fondo al tunnel è la nuova zona bianca, che verrà istituita con il nuovo decreto legge illustrato oggi in Parlamento dal ministro della Salute Roberto Speranza, ma è un traguardo ancora molto lontano da raggiungere per le regioni italiane.

Da domenica dunque, l’Italia tornerà a presentare una mappa certamente a due, ma forse anche a tre colori, gialla, arancione e rossa, la zona questa con più restrizioni dove secondo l’ultimo monitoraggio dell’Iss rischiano di finire due regioni, Lombardia ed Emilia Romagna che, oltre all’indice di contagio in costante aumento, sono definite ad alto rischio.

 

Zona arancione
Sarà il colore più diffuso visto che per finirci basta un indice di contagio adesso superiore a 1 e non più a 1,25. E sono ben dodici le regioni e tra queste il Lazio, che finora è sempre stata zona gialla, a rischiare di finirci: Umbria, Val d’Aosta, Sardegna, Puglia, Molise, Liguria, Abruzzo e Friuli Venezia Giulia e Emilia Romagna, Sicilia e Calabria.

Qui spostamenti liberi solo all’interno del Comune. Il governo sta valutando solo una deroga agli spostamenti all’interno della regione per raggiungere la seconda casa. Vale naturalmente anche qui il divieto di ricevere più di due persone in casa mentre sarebbe consentito muoversi per un raggio di 30 chilometri ( ma non per raggiungere un capoluogo di provincia) agli abitanti di centri con meno di 5.000 abitanti.

Restano aperti i negozi, tranne i centri commerciali nel weekend, ma chiudono bar, ristoranti, pasticcerie e gelaterie. Per l’asporto e il domicilio varranno le stesse regole di tutte le altre zone.

Chiusi invece i musei e, come nel resto d’Italia, cinema, teatri, mostre, fiere e congressi. E palestre, piscine e impianti da sci.

 

Zona rossa
È la zona con più limitazioni anche se il lockdown è più leggero rispetto alla scorsa primavera. Al momento la regione che rischia di finire in questa zona è la Lombardia.

Qui per uscire da casa bisognerà avere dietro l’autocertificazione e motivare lo spostamento con motivi di lavoro, salute e necessità o per far rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione e per il ricongiungimento con il partner.

Chiuse tutte le attività commerciali non ritenute essenziali, da bar e ristoranti ai negozi di ogni genere. Fanno eccezione ovviamente gli alimentari, le farmacie, ma anche librerie, negozi di intimo e di sport, cartolerie, negozi di giocattoli e ferramenta. Restano aperti anche barbieri e parrucchieri.

In presenza solo le scuole dell’infanzia, elementari e le prime medie. Per tutti gli altri è prevista la didattica a distanza.