Napoli, arrestato per droga l’ex calciatore colombiano Antony de Avila: era latitante da 17 anni

Una normale operazione di controllo del territorio eseguita dalla polizia a Napoli ha portato all’arresto di un narcotrafficante colombiano destinatario di un mandato di cattura per traffico di droga e produzione di sostanze stupefacenti emesso dalla magistratura italiana nel dicembre del 2004.

Un arresto eccellente non tanto per il ruolo (pur di rilievo) del latitante all’interno delle grandi organizzazioni che esportano cocaina in tutto il mondo, ma per il suo passato: gli appassionati di calcio sudamericano collegheranno subito il nome di Antony de Avila Charris, chiamato el Pitufo (il puffo) per la sua altezza di appena un metro e 57 centimetri, a quel calciatore che si guadagnò fama e gloria nella sua Colombia giocando per la squadra dell’America di Cali e in Nazionale e che dedicò al boss del cartello di Cali Miguel Rodriguez Orejuela una vittoria della selezione del suo Paese durante i Mondiali di Francia del 1998. Nella fase finale della carriera de Vila si trasferì negli Stati Uniti dove ottenne un ingaggio con i MetroStars di New York e nel 2009, a 46 anni, firmò un nuovo contratto con la squadra di Cali ma dopo pochi mesi decise di ritirarsi definitivamente.

Lasciato il calcio, el Pitufo rinsaldò i rapporti con quel mondo dei narcos al quale era sempre stato legato da profonda amicizia e cominciò a operare per loro conto all’estero. I reati per i quali era ricercato dalla magistratura italiana sarebbero stati commessi nel 2001 a Napoli e a Genova. Il mondo dei narcos colombiani ha sempre avuto una forte attrazione verso il calcio. Ne è prova il grande impegno economico che Pablo Escobar, il più grande narcotrafficante di sempre, profuse in favore dell’Atletico Nacional de Medellin.