Miccoli condannato a 3 anni e 6 mesi per estorsione

Condannato a 3 anni e 6 mesi con rito abbreviato l’ex bomber del Palermo Fabrizio Miccoli, imputato per estorsione aggravata dal metodo mafioso. Così ha deciso il gup Walter Turturici dopo otto ore di camera di consiglio ha emesso la sentenza. Per la procura di Palermo Miccoli si rivolse a Cosa nostra per fare in modo che venisse saldato un debito di circa 20 mila euro ad un suo amico. Secondo l’accusa Miccoli avrebbe messo in movimento il meccanismo di una richiesta estorsiva avanzata nei confronti dell’imprenditore Andrea Graffagnini. Miccoli avrebbe infatti sollecitato Mauro Lauricella, figlio del boss del quartiere Kalsa Antonino detto “Ù Scintilluni”, a utilizzare metodi spicci per chiedere la somma di denaro. A seguito della indagini della Dia il procuratore Maurizio Bonaccorso aveva chiesto l’archiviazione del fascicolo, ma il giudice Fernando Sestito aveva disposto l’imputazione coatta e quindi il rinvio a giudizio. Questa mattina Mauro Lauricella, che non è imputato in questo processo, si è presentato in tribunale mentre Miccoli con molta probabilità arriverà in aula per la lettura del dispositivo. Lauricella è stato condannato a un anno in un processo per la stessa estorsione ma l’accusa è stata derubricata in violenza privata aggravata. Anche su questo precedente si basa la richiesta di assoluzione della difesa di Miccoli. Per l’ex capitano del Palermo i problemi sono iniziati nel 2012 durante le indagini per la cattura di Antonino Lauricella. Il figlio di Lauricella, Mauro, venne intercettato mentre in macchina parlava con Miccoli. Il bomber pronunciò la frase che decretò la fine della sua carriera a Palermo. «Quel fango di Falcone», canticchiavano i due amici su un Suv mentre sfrecciavano per le vie di Palermo. Miccoli venne anche indagato per quattro schede telefoniche. Il capitano rosanero avrebbe convinto il gestore di un centro Tim a fornirgli alcune sim intestate a suoi clienti. Una di queste fu poi prestata a Lauricella junior nel periodo in cui il padre era latitante. Gli avvocati Giovanni Castronovo e Giampiero Orsini si dicono «Sconcertati. L’esecutore materiale della estorsione è stato assolto e lui, il presunto mandante, è stato condannato. La procura aveva richiesto l’archiviazione. Poi c’è stato un cambio di richiesta. La frase nei confronti di Giovanni Falcone ha avuto la sua eco mediatica. Ha cessato la sua attività calcistica per quella frase. Cosa deve ancora pagare? Leggeremo le motivazioni. Ricorreremo in appello».  Fabrizio Miccoli ha pianto dopo la lettura della sentenza e ha solo detto: «Oggi vado via da Palermo».