Mascara: «Asta Catania? Il club ha storia importante, speriamo qualcuno sposi la causa rossazzurra»

Intervenuto ospite a “Unica Night” Beppe Mascara ha parlato dell’asta per la vendita del Catania, ma non solo.

Ecco le parole dell’ex rossazzurro:

«L’asta? Spero che qualcuno di buon senso faccia una buona offerta per il Calcio Catania. Il Catania rappresenta una storia importante. Speriamo che qualche imprenditore possa sposare la causa rossazzurra. Io ho vissuto una situazione simile a Perugia nel 2005. In queste circostanze, non esiste il se o il ma. Chi va in campo deve pensare soltanto a far bene. Catania è sempre una piazza importante, fare bene qui dà una marcia in più. Il problema potrebbe sorgere, però, quando non si ha la pazienza di aspettare. Chi prenderà questo club deve sapere che Catania è una certezza. Non è una scommessa, ma una certezza. Catania significa, per esempio, dai 12 a 15 mila persone allo stadio. Bisogna dire la verità, ma soprattutto avere un progetto di 4-5 anni e non di 6 mesi. Ripeto, però, che ci vorrà anche molta pazienza. Bisogna comunicare il progetto e le intenzioni, allora così si potrà essere seguiti. La gara col Bari? Nessuna sbavatura per il Catania sia in fase offensiva che difensiva, con grande pressing alto. Il mister l’ha preparata bene: purtroppo il rigore del 3-3 era regalato. Si giocava con la prima della classe, ma i rossazzurri erano ben messi in campo, non ha avuto paura. Devono essere consapevoli di aver fatto un’ottima partita. Prima del rigore, il Catania ha avuto la palla per fare il 4 a 1, non ha avuto paura. Non c’è nulla da rimproverare ai ragazzi per quanto riguarda la prestazione. Ci sono stati solo dei piccoli errori che Baldini può correggere. I ragazzi, comunque, sono stati bravi a non stare dietro le chiacchere: bisogna riempire lo stadio per ringraziare e sostenerli. Moro? In primavera ha sempre fatto goal, Luca gioca tanto per la squadra. Crea l’azione e tiene impegnati i difensiori. E’ uno che fa tanto movimento. Corre molto e si sbatte per 90 minuti. Biondi? Era in B a Pordenone e ha deciso di tornare in città. E’ un ragazzo di sani principi. Conosce e sà dare il giusto valore alla maglia. A Pordenone ha giocato poco, quindi veniva da una situazione particolare, con un metodo nuovo di lavoro, con altri meccanismi, con un altro allenatore. Per lui non è stato affatto facile, ma si è messo la testa a posto: il mister quando ha la possibilità, lo schiera. I giovani calciatori? I giovani d’oggi sono cambiati, non interessa loro la parola dei più grandi, di chi ha fatto la storia del Catania: noi venivamo da un’altra generazione. Il mercato? Baldini ha creato una famiglia, deve sapere chi porta a casa. Chi non fa al caso suo, meglio non prenderlo e giocare con chi è a disposizione. Se bisogna sfoltire la rosa e prendere gente giovane, valida e che sposi la causa, ben venga. In ogni modo, non condanno chi ha deciso di fare scelte diverse come Ceccarelli e Maldonado».