Mancini: «Palermo ha regalato sempre grande spinta, grande passione all’Italia. Avremo bisogno della Favorita piena e carica»

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” ha riportato un’intervista a Roberto Mancini, il quale si è espresso anche in vista degli spareggi Mondiali che si terranno a Palermo.

Roberto Mancini ha trascorso il Natale a Jesi, tra gli affetti più cari. È tornato a fare la spesa come quest’estate, quando la sua foto in fila dal salumiere fece il giro del mondo. Era il c.t. che aveva riportato l’Italia sul tetto d’Europa, dopo 53 anni, contro i pronostici, contro la nostra storia di contropiedisti. Aveva vinto e incantato con una Nazionale bella e giovane. Non c’era italiano più celebrato nel globo. Inaugurò l’estate di Jacobs e dei successi azzurri. Poi la sua giovane Italia è inciampata nelle qualificazioni mondiali, fallendo l’approdo diretto in Qatar. Il Natale, che sarebbe stato un ponte di emozioni, tra il trionfo europeo e il sogno mondiale, è diventato qualcosa di più ansioso. L’attesa dei playoff di marzo: Macedonia il 24 poi, in caso di vittoria, Portogallo o Turchia in trasferta.

Mancini, la Svizzera le ha guastato il Natale? «Ma no, perché? E’ stato un Natale splendido, da campioni d’Europa. A gennaio cominceremo a pensare a quello che dobbiamo fare a marzo. Anche se non c’è molto da pensare».

Ora che l’Europeo si è allontanato nel tempo, c’è un ricordo che è rimasto più nitido? «L’atmosfera nei 15 giorni prima dell’inizio dell’Europeo. A Coverciano i ragazzi erano sereni, tranquilli, rilassati, allegri. Si vedeva che si stava creando lo spirito che ci avrebbe fatto vincere. Quei momenti di condivisione e di formazione mi sono rimasti dentro».

Quante volte al giorno pensa ai playoff? «Poche. Più che altro mi dico: ma guarda cosa abbiamo buttato via… Bastava vincere la partita d’andata con la Svizzera che abbiamo stradominato. Ma penso anche che durante le qualificazioni e durante l’Europeo ci è andato tutto bene e ci sta che, prima o poi, qualcosa ti vada storto. È il calcio. In quei casi, devi fare qualcosa di più. Lo faremo a marzo».

Faccia un discorso di fine anno, tipo il Presidente Mattarella. Convinca gli italiani che saremo in Qatar. «Ci saremo perché siamo forti. Perché siamo stati la squadra migliore degli Europei, perché abbiamo vinto meritatamente, perché abbiamo perso una volta sola negli ultimi tre anni, quando siamo rimasti in dieci, senza quasi mai rischiare di perdere le altre partite».

La critica e la gente hanno dimenticato troppo in fretta il trionfo di Wembley? «La gratitudine è merce rara, nello sport ancora di più e nel calcio di più ancora. Basta una partita a trasformarti da campione in brocco. Normale. Mi spiace piuttosto che il caos dei calendari, scombussolati dal Covid, con partite ammassate, qualificazioni mondiali, Nations League, ancora qualificazioni… ci abbia impedito di goderci a pieno la vittoria dell’Europeo. Ce lo meritavamo».

Finisce l’anno e Donnarumma non è ancora titolare al Psg. «Gigio è il miglior portiere del mondo. Mi sembra così strano… Mi spiace che non giochi con continuità perché per un portiere è fondamentale».

Calabria, Florenzi, Chiellini… Tanti problemi in difesa. «Diciamo, in generale, che tra settembre e novembre ci sono venuti a mancare troppi giocatori. Abbiamo avuto problemi. Ma anche questo fa parte del gioco».

24 marzo: Italia-Macedonia. A una Nazionale ammaccata, il calore popolare di Palermo farà meglio di una sede istituzionale come Roma. Giusto? «Sì, sarà un’arma in più. Palermo ha regalato sempre grande spinta, grande passione all’Italia. Avremo bisogno della Favorita piena e carica, di tifosi entusiasti che incitino dal primo all’ultimo minuto. Sarà fondamentale».

Il c.t. Lippi giocò a Palermo la prima partita ufficiale (Italia-Norvegia) sulla strada per il Mondiale 2006 che avrebbe vinto trionfalmente. Debuttò Gilardino, 22 anni, e segnò Toni che avrebbero giocato in Germania. Si augura lo stesso cammino? Da Palermo al Mondiale con attaccanti giovani diventati grandi. «Il bello del calcio è proprio questo, la sua capacità di sorprenderti. Ho trascorso gli ultimi tre anni a sentir dire che non avevamo giocatori forti, poi è sbocciata una grande squadra che ha vinto l’Europeo strameritandolo… Ora può succedere che i nostri giovani attaccanti crescano tanto in questi tre mesi, arrivino pronti alla partita di Palermo e prontissimi al Mondiale. Io ci credo. Anche per questo sono tanto fiducioso».