Lo Monaco su Mourinho: «Spero che la Roma sappia cosa significhi prendere Mou»

L’ex dirigente del Catania Pietro Lo Monaco ha parlato ai microfoni di “GianlucaDiMarzio.com” del clamoroso ritorno di Josè Mourinho in Italia, annunciato ieri come allenatore della Roma. Ecco le sue parole: «“L’ho scoperto così, al telefono, da un amico. E a dire il vero non me l’aspettavo affatto. I giornali parlavano di Sarri come erede di Fonseca, una scelta che sembrava logica per dare continuità dal punto di vista del gioco

Potrebbe essere una mossa giusta, che però implica una serie di conseguenze. Per fare l’allenatore a certi livelli servono precise caratteristiche. Josè non eccelle nel lavoro sul campo, perlomeno non vale quanto si potrebbe dedurre dalla sua fama come allenatore. In compenso, è molto bravo a motivare la squadra e a tenere compatto l’ambiente, a far sì che le chiacchiere stiano lontane dallo spogliatoio. Capello era simile in questo e non è un caso che la Roma, piazza importantissima, abbia vinto l’ultimo scudetto proprio con lui.

Io non capisco cosa ci sia di così ammirevole nel calcio portoghese. Prima Fonseca, poi Mourinho. Per non parlare dei dirigenti! In questo settore è importante anche avere la giusta padronanza della lingua e, con tutto il rispetto per il calcio portoghese, non mi sembra che abbia chissà quali crediti rispetto a quello italiano.

A Roma, invece, sembra quasi che abbiano individuato nel Portogallo l’isola d’élite del calcio mondiale. Se proprio vogliamo puntare sugli stranieri, perché non dare spazio a chi può fare la differenza a 360 gradi? Mi piacerebbe vedere Bielsa in Serie A, ma è evidente che nessuno sia pronto per fare spazio ad allenatori scomodi, che non accettano intromissioni nel loro lavoro.

Se prendi un tecnico così, devi essere pronto a un bagno di sangue dal punto di vista economico. José, una volta in panchina, ha bisogno di avere a disposizione la sua squadra: giocatori di un certo livello, che in questo momento non abbondano nella rosa della Roma. E’ una responsabilità di cui, scegliendo Mourinho, la dirigenza si è implicitamente fatta carico.

Aumenteranno gli argomenti di discussione che tanto piacciono ai tifosi italiani. Da un lato c’è Conte, più diplomatico, che quando viene provocato ha sempre pronta la risposta giusta per difendere il suo territorio. Dall’altra parte c’è Mourinho, che arriva a Roma con un obiettivo minimo scontato: i giallorossi con lui devono andare in Champions League.

Al di là delle tante chiacchiere e della mia idea su di lui, qualche soddisfazione me la sono già tolta. Mourinho non rappresenta per me un avversario speciale, quando la tua squadra va in campo lo fa puntando alla vittoria, sempre e comunque. E io, sotto questo punto di vista, le mie soddisfazioni le ho già avute: indimenticabile il 3-1 del mio Catania contro l’Inter del Triplete».