ll Senato salva Bonafede: respinta la mozione di sfiducia contro il Guardiasigilli

Con 160 voti favorevoli e 131 voti contrari (più un astenuto), il Senato, come riporta “Fanpage.it”, ha respinto la mozione di sfiducia contro il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, presentata dal centrodestra dopo le polemiche sulla scarcerazione dei boss mafiosi durante l’emergenza coronavirus. Ma non solo: le opposizioni di centrodestra hanno deciso di presentare la mozione anche in seguito allo scontro tra il Guardasigilli e il magistrato Nino Di Matteo sulla dirigenza del Dap, e alle rivolte all’interno delle carceri che lo scorso marzo hanno provocato diverse vittime. Una seconda mozione di sfiducia è stata presentata da Emma Bonino di +Europa, ma anche in questo caso il Senato dovrebbe votare contro.

Il peso del voto all’interno della maggioranza di governo era altissimo. Il Movimento Cinque Stelle e il Partito democratico avevano infatti messo in chiaro come un voto contro il ministro Bonafede avrebbe significato sfiduciare l’intero governo. Un avvertimento lanciato a Italia Viva, che non ha mai preso apertamente posizione fino al momento del voto. Matteo Renzi alcune settimane fa aveva infatti dichiarato che il suo partito avrebbe deciso come votare solo dopo aver ascoltato le dichiarazioni del Guardasigilli in Aula. Una decisione che aveva sollevato diversi dubbi sulla tenuta del governo.

Solo nel suo intervento questa mattina in Senato Renzi ha annunciato che i senatori di Italia Viva avrebbero votato contro la mozione di sfiducia. “Se votassimo oggi secondo il metodo che il ministro della Giustizia ha usato nella sua esperienza parlamentare contro i precedenti governi, lei oggi dovrebbe andare a casa. Nell’annunciare che voteremo contro le mozioni di sfiducia, riconosciamo al centrodestra e alla senatrice Bonino che hanno posto dei temi veri. E ve lo dico dicendo che non li voteremo per motivi politici, in primis per ciò che ha detto il presidente del Consiglio, che ha detto che in caso di voto di parte della maggioranza contrario all’operato ne avrebbe tratto le conseguenze politiche. Quando parla il presidente del Consiglio si rispetta istituzionalmente”, ha detto.

Anche il ministro Bonafede ha preso la parola in Aula, affermando come la questione Di Matteo “è stata ormai a dir poco sviscerata in ogni sua parte” e “sono stati ampiamente sgomberati tutti gli pseudo-dubbi”. Non ci fu nessun condizionamento, ha ribadito il Guardasigilli: “Non sono più disposto a tollerare alcuna allusione o ridicola illazione”. Il ministro ha quindi aggiunto, in riferimento ai boss mafiosi usciti dalle carceri durante l’emergenza coronavirus: “È totalmente falsa l’immagine di un governo che avrebbe spalancato le porte delle carceri addirittura per i detenuti più pericolosi”.