L’infettivologo Galli: “Forse sarebbe stato il caso di sospendere la serie A. Chiusura stadi…”

Intervenuto ai microfoni di “Radio Kiss Kiss Napoli” nel corso del programma “Radio Goal” l’infettivologo Massimo Galli ha parlato dell’emergenza Coronaviruse anche delle sue conseguenze sullo svolgimento della Serie A.

Ecco le sue parole:

“La gente non ha, ovviamente, nessuna voglia di prendersi il virus e le persone più accorte e responsabili cercano di evitare il più possibile di infettarsi. Si è capito che la vaccinazione è ampiamente sufficiente per non finire in ospedale o in rianimazione. Nella grande maggioranza dei casi, gli ospedalizzati ed i soggetti in rianimazione sono non vaccinati o persone fragili o anziane che non hanno risposto adeguatamente alla vaccinazione. Purtroppo, questa variante ha una capacità di infettività veramente eccezionale. L’ho provata sulla mia pelle essendomi infettato in situazioni in cui pareva si fosse in sicurezza“.

“Nesso tra politica e scienze? Si tratta di un problema talmente di lungo periodo che conviverci è diventato assolutamente fondamentale. Dichiararsi felici dei continui compromessi della politica per risolvere problemi insoluti, da cittadino, non posso dichiararmi entusiasta; da tecnico, ancora meno. Vi è, certamente, una volontà da parte del governo di risolvere certi problemi. Ci deve essere, però, un’unanimità risolutiva che, comunque, non c’è stata. La soluzione completa è molto difficile da conseguire e lo sarebbe anche con posizioni più drastiche rispetto a quelle che non sono state prese. Omicron? Io non sono molto convinto che, per i non vaccinati, questa variante sia un’infezione più blanda delle altre. Appare evidente che infetta lo stesso anche i vaccinati ma in maniera molto più lieve“.

“Misure adottate in serie A? L’anno scorso abbiamo avuto pesantissime interferenze della malattia nello sport. Sembra che, anche quest’anno, stiamo ripercorrendo, più o meno, lo stesso percorso tanto da domandarsi se non sarebbe stato il caso di sospendere per 2-3 settimane. Ciò, però, evidentemente, avrebbe messo in crisi tutto l’apparato economico commerciale. Lo stadio è una situazione in cui, nonostante si sia all’aperto, comunque si sta abbastanza accalcati ed era una situazione che non ci potevamo permettere“.