Lecce, Gotti si presenta: «A luglio mi sono operato e non ho potuto accettare delle offerte»

Luca Gotti è ufficialmente il nuovo allenatore del Lecce dopo l’esonero di Roberto D’Aversa, sottoscrivendos un accordo fino al 30 giugno 2024, con rinnovo in caso di raggiungimento della salvezza. Il tecnico giallorosso si è presentato alle 13 in conferenza stampa. Di seguito un estratto delle sue parole riprese da TuttoMercatoWeb.com:

Con che stimolo si approccia a questa sfida?
«La lotta salvezza è avvincente. Per chi vede da fuori, è davvero bella. Quando ci sei dentro, le cose le vedi in maniera diversa. Le tensioni hanno un peso specifico diverso. Non vorrei parlare di me, ma forse è utile. Il 2023 per me è stato un anno difficile: ho avuto due operazioni invasive. Una a luglio, che non mi ha consentito di accettare le offerte ricevute. Dopo 7-8 mesi di stampelle ora sono tornato alla normalità. Tante cose che mi sono state dette su questo territorio mi piacciono. Questa cornice è indispensabile per comprendere i miei perché. La corsa salvezza non è facile, bisogna affrontarla con consapevolezza. Ci saranno 10 partite tutte importanti, compresa quella di sabato. È la bellezza di questo sport. Per me è il primo subentro con così poche partite, 10 : c’è un breve termine, quindi le cose vanno ponderate diversamente. La cosa più importante è non fare danni (ride, ndr.)».

Il contratto.
«Qualcuno ha parlato di discussioni, nella realtà è successo l’esatto contrario. Io ho detto a Corvino che non vengo qua per il contratto. Ci sono 10 partite, poi se ci piacerà stiamo insieme. Corvino invece insisteva per fare un bel contratto. Sono aspetti simpatici che mi piace raccontare».

Come si salva il Lecce?
«Se fossi alle prime armi, risponderei a gamba tesa. Non bisogna spaccare tutto. La realtà è che bisogna stare calmi. C’è un orizzonte di 10 partite importantissimo. Chi sta più calmo arriva in fondo. Non guardiamo quello che fanno gli altri, sono troppi, la lotta salvezza è cambiata. Ci sono 10 partite, un torneo. E partiamo a +1. È un fatto, cerchiamo di essere padroni del nostro destino»,