Lazio-Palermo, analisi tattica: rosa dovranno stare molto attenti sugli esterni, di contro Vazquez sarà determinante

Per la 13^ giornata del campionato di serie A, con calcio d’inizio alle ore 15, domani Lazio e Palermo si daranno battaglia sul terreno di gioco dello stadio “Olimpico”. Biancocelesti con grande voglia di tornare al successo viste le tre sconfitte di fila. Rosanero, con il nuovo allenatore in panchina, che nonostante la vittoria sul Chievo prima della sosta vogliono fare punti pesanti per allontanarsi sempre più dai bassifondi della graduatoria. Ma come si svilupperà il match da un punto di vista tattico? Ilovepalermocalcio.com ha evidenziato gli aspetti che potranno essere determinanti.

MODULI: Padroni di casa in campo con il 4-3-3, siciliani che risponderanno con il 4-3-1-2. Sulla carta moduli simili, di fatto tanto tanto diversi. Retroguardie pressoché con le stesse caratteristiche, sarà il centrocampo a fare la differenza.

LE FASCE: La Lazio di Pioli sfrutta tantissimo gli esterni alti (probabilmente F. Anderson e Keita), dunque domani sarà una giornata di straordinari per i terzini rosanero. Ma occhio, perché alle due ali spesso si sovrappongono i due terzini (Basta a destra e Lulic a sinistra), dunque sarà compito delle due mezze ali di Ballardini dare una mano in fase difensiva. Rigoni, in coppia con Struna (o Rispoli) da un lato, Chochev (o Hiljemark) con Lazaar (o Daprelà) sul versante opposto avranno il doppio compito di seguire gli inserimenti dalle retrovie e di agire in raddoppio di marcatura.

VAZQUEZ UOMO CHIAVE: Il punto di forza del Palermo, manco a dirlo, potrebbe essere proprio Franco Vazquez. Lo è di consueto, domani lo sarà ancora di più perché Pioli giocherà senza un “rubapalloni” di ruolo. Milinkovic-Savic, Biglia e Parolo sono molto bravi ad imbastire la manovra e a inserirsi, meno in fase difensiva. Il “Mudo” dovrà essere bravo a muoversi tra le linee, magari attirando fuori uno dei centrali avversari sia per permettere l’inserimento di uno dei centrocampisti, che per dare più libertà a Gilardino. L’italo-argentino fondamentale anche in fase difensiva, infatti sarà proprio lui (alternandosi a Quaison) a pestare i piedi al play maker Biglia, unica vera mente della truppa di Pioli.