Lampedusa, poliziotto positivo al Covid. Il Siulp: “C’è un altro caso sospetto tra gli agenti”

Il segretario provinciale del Siulp Francesco Quattrocchi, in una lunga nota ha parlato della questione riguardante il polizia positivo a Lampedusa. Ecco quanto si legge:

“La notizia di un collega del locale Reparto Mobile di una sua positività al Covid- 19 e dell’accertamento in corso di un altro operatore dello stesso Ufficio, rendono ancora più improcrastinabile l’applicazione di misure operative di utilizzo del personale impiegato che pur se utilizzato per le peculiari funzioni, deve essere posto nelle migliori condizioni di tutela sanitaria previste dalle vigenti disposizioni ministeriali emanate in materia, dal primo momento della diffusione della nota epidemia. In tale situazione, il persistere del mantenimento delle poche unità operative all’interno della struttura di Lampedusa che convive mediamente con una “popolazione” di ospiti che supera le 1.000 unità di media a fronte di una capienza massima di circa 200, con una commistione tra soggetti sani e positivi al Covid-19, impossibile da evitare attesi i risibili spazi di convivenza comune, rischia di diventare una polveriera pronta ed esplodere in ogni momento. In tale delicatissimo contesto, – aggiunge il segretario provinciale – appare incomprensibile snaturare ad esempio i compiti di ordine pubblico del personale dei Reparti Mobili, da quelli a cui sono stati addestrati in simili casi e cioè di permanere all’esterno (come negli stadi) e intervenire nel caso di necessità compatti e già preparati all’evento da affrontare, e non come accade adesso, circondati da masse di persone foriere di imprevedibili reazioni e in alcuni casi persino divisi in più gruppi, senza possibilità di ricognizione visiva reciproca. A supporto di quanto scritto, basta verificare la recentissima disposizione di personale dell’esercito giunto a supporto in questo luogo, con la precisa consegna di vigilare unicamente all’esterno della struttura. Per quanto affermato, non si può ulteriormente consentire di sottoporre a rischi di contagio gli operatori delle Forze dell’Ordine, palesemente svantaggiati dal resto del personale di altri enti in servizio al centro di Lampedusa, dotati dei previsti dispositivi di sicurezza”.