La “zona Stellone” si inceppa, ma questo punto è preziosissimo

Un pari senza amaro in bocca ieri sera per il Palermo, che contro il Verona ha conquistato un punto in rimonta mantenendo la vetta della classifica. Con 25 lunghezze i rosanero guardano ancora tutti dall’alto e possono essere raggiunti in testa solamente dal Pescara che ha comunque lo scontro diretto a sfavore. Un punto che dà morale e continuità. L’1-1 del Bentegodi è il settimo risultato utile consecutivo per Stellone, che anche contro i gialloblù ha mandato in campo una formazione prettamente offensiva.

La prima mezz’ora della partita è stata solo ed esclusivamente a tinte rosanero, con gli uomini di Grosso in attesa di ripartire in contropiede. È nata infatti così l’azione che ha portato al gol di Di Carmine, costringendo il Palermo ad inseguire e a trovare soltanto nella ripresa la rete del pari, arrivata ancora una volta da un difensore, ovvero Rajkovic.

A secco gli attaccanti, tra i più deludenti ieri sera a Verona. Ad eccezione di Trajkovski, decisamente il più ispirato dei suoi. In ombra Falletti e Nestorovski, con Moreo che non è riuscito a sfruttare i suoi centimetri sulle palle alte. Nella ripresa Puscas è entrato con il solito piglio e la cattiveria giusta. Ci è andato vicino, ma questa volta non è riuscito a trovare la via del gol nella famosa “zona Stellone”, ormai diventata un marchio di fabbrica della squadra guidata dal tecnico romano.

Forse il “problema” è che questo Palermo ci ha abituati fin troppo bene. Ci ha abituati a vederlo vincere, alle volte in scioltezza, contro tutti e la prima mezz’ora andata in scena allo stadio Bentegodi ne sembrava la conferma. Probabilmente è per questo che i rosanero sembravano essere scesi in campo con un pizzico di convinzione di troppo, fortunatamente non pagata a caro prezzo. Della serie: poteva andare anche peggio. Al di là degli ultimi risultati ottenuti dal Verona, infatti, la rosa a disposizione di Fabio Grosso vanta dei nomi di tutto rispetto ed un pareggio, per giunta fuori casa e per come si era messa la partita, ci può stare e ci deve stare. D’altronde la classifica sorride ancora, ma è fondamentale restare con i piedi per terra.