La Stampa: “Novara, i giovani terribili di Eugenio Corini”

“Il futuro è nelle loro mani (e piedi), al Novara più che altrove. I giovani terribili di Eugenio Corini stanno marcando il campionato azzurro. Le 4 vittorie in 9 gare portano la firma di ragazzi che 11 anni fa, quando l’Italia vinceva il suo ultimo Mondiale, andavano ancora alle elementari: Francesco Di Mariano, classe ’96, ha firmato i successi con Cittadella e Brescia, Alessio Da Cruz, ’97, si è preso la scena ad Ascoli siglando una doppietta e Moutir Chajia, ’98, ha spalancato la strada contro il Frosinone. La «ricetta» del ds «Il segreto? E’ il lavoro – risponde il ds Domenico Teti -. C’è un’attenta attività di scouting, ma non si finisce con la selezione dei profili. Servono un allenatore, uno staff tecnico e giocatori esperti abili nell’inserimento dei giovani e nel creare un gruppo solido. Senza un ambiente sano, chi si affaccia in una nuova realtà rischia subito di perdersi. Vorrei allora che il Novara fosse sempre più coraggioso perché ha tutte le condizioni per esserlo: i risultati sportivi, combinati a quelli economici, si raccolgono anche così». L’analisi non può quindi prescindere da una costante: tutte e tre le scoperte sono di proprietà. La società ha preso una strada diversa rispetto a molte altre provinciali, che propongono ai club più forti di accogliere in prestito le loro promesse. I vertici azzurri investono invece sul talento, magari sconosciuto, proprio come Da Cruz: l’attaccante è stato pescato nel Dordrecht, penultimo della serie B olandese. Chajia è arrivato invece dall’Oostende, in Belgio, strappato alla concorrenza del Chievo. Anche Di Mariano ha scelto Novara a titolo definitivo: era della Roma e aveva solo assaporato un po’ di Lega pro con Lecce, Ancona e Monopoli. Trattare con i giallorossi però non era banale: Teti ha pazientato e affondato il colpo solo quando ha capito di riuscire a evitare il prestito. Altrimenti Di Mariano, per cui la Roma ha mantenuto un diritto di «recompra», non sarebbe mai piombato in azzurro. Dietro queste operazioni c’è l’esperienza maturata dal ds in Inghilterra e Svizzera, dove non hanno paura a lanciare i ragazzi e proteggerli alla prima partita sbagliata. «Lavorare su giocatori di proprietà è uno dei nostri obiettivi chiave – insiste Teti -. Dare continuità a questo percorso, ora che ho iniziato la mia quarta stagione in azzurro, è sempre più un’iniziativa concreta. Il principio vale però anche per chi ha 25-27 anni e si è meritato una nuova opportunità: l’importante è sostenere questo programma con uno staff tecnico come il nostro, che sta facendo il meglio». In questo senso, Brescia è stato un punto di non ritorno: per la prima volta Di Mariano, Da Cruz e Chajia sono stati tutti titolari. Lorenzo Dickmann, altro ’96, è entrato alla fine”. Questo quanto riportato da “La Stampa”.