La Nuova Venezia: “Quando la fiducia a tempo è già una sentenza. Zenga contro il Palermo da delegittimato”

“La fiducia a tempo è già una sentenza. Per cui quando Tacopina, dopo il ko con il Perugia, ha dichiarato a microfoni aperti che «La fiducia non è infinita» in sostanza ha detto che la panchina di Zenga ha i giorni contati. Il problema del Venezia non è Zenga, così come nello scorso autunno non era Vecchi. Se volete riflettere su questa opinione, chiedetevi se la squadra in estate è stata effettivamente rinforzata o no. Se il mercato ha consegnato ad un tecnico che da anni con i giovani ha sempre fatto bene, un gruppo migliore o no rispetto a quello dell’anno scorso. Che poi ci siano stati errori, individuali, ci può stare. Troppo ovvio dire che chi lavora va incontro a possibili errori, vale nel calcio come in qualsiasi altro aspetto del vivere quotidiano. Il problema del Venezia – azzardiamo un’altra ipotesi – è invece che in questo momento di difficoltà siano in troppi ad andare per conto proprio. Il presidente è in America e fisicamente non può gestire la situazione, la società cerca una difesa a riccio, nella quale i silenzi sono più delle spiegazioni, la stessa squadra non ha un leader, un uomo guida, fondamentale in campionati come questo, e il tecnico a forza di provare e cercare la soluzione migliore ha mescolato gli ingredienti al punto che è difficile, in questo momento, capire quale possa essere la sua vera ricetta per uscire dai guai di classifica. Dal tonfo contro il Perugia è passata più di una settimana e in mezzo c’è anche la sconfitta dell’altra sera a Verona. Ma proprio la gestione di quel dopo partita fa capire che una linea di condotta non è ancora stata scelta. Breve riepilogo: Tacopina arriva e dice che ha fiducia nell’allenatore, ma dopo poco avverte che la fiducia non è infinita. E nel frattempo avverte che ha visto atteggiamenti sbagliati in alcuni giocatori. Arriva Zenga e parla di un sereno colloquio col presidente (ma dal corridoio arrivavano tuoni e fulmini), promette di tirar fuori la squadra dai casini, ma premette che l’1-3 contro gli umbri è stato il risultato più falso della storia del calcio. Almeno stavolta, non è stata colpa della stampa. Poi al microfono va un giocatore, che giura sul massimo impegno dei colleghi avvertendo che il presidente può dire quello che vuole. Ci si guarda sbigottiti. Ti aspetti un po’ di chiarezza magari il giorno dopo, a menti fredde, ma la società non spiega una virgola. Zenga avverte di non preoccuparsi, se il Venezia non lo vuole più ha pronto il volo per Dubai, in realtà avrebbe diritto a lavorare con maggiore serenità, senza essere delegittimato. Come andrà a finire? Ci sono quattro-cinque finali possibili, come i nomi dei candidati post-Zenga”. Questo quanto scrive l’edizione odierna de “La Nuova Venezia”.