Italo Cucci: “Ultimi dubbi rimossi. Un Italico prenderà il Palermo”

Attraverso una sua rubrica sulle colonne de “Il Corriere dello Sport”, Italo Cucci ha sciolto qualche dubbio di un lettore riguardante quello che sta accadendo al Palermo. Ecco quanto si legge:

Caro Cucci, hai scritto pochi giorni fa dei giocatori del Bologna che hanno favorito – me lo faccia dire così – l’esonero di Pippo Inzaghi con il quale evidentemente non si trovavano. La sua era denuncia, un attacco ai giocatori insomma, mentre io mi sentirei di dire che se hanno questo potere, i calciatori, è giusto che lo usino. Guardi cosa stanno facendo quelli del Palermo: con una società inesistente e senza sicurezze lo stanno trascinando in Serie A… Salvato Marenna, Palermo – libero.it

“C’era un vecchio slogan pubblicitario che diceva “… morale della favola, tutti a tavola”: dura lotta, poi arrivava Lancillotto che metteva tutto a posto. Premesso che a Bologna la dura lotta era interpretata da pseudo guerrieri tremebondi che potevano pensarci prima del Frosinone a rivelare i loro intenti “costruttivi”, Sinisa Lancillotto è arrivato, ha sbaragliato le armate nerazzurre eppoi via di tortellini e lambrusco, sperando che siano davvero ricostituenti, preferisco la versione Palermo, con i giocatori che si battono per vincere, certo in difesa del loro allenatore, ma soprattutto del loro futuro strettamente legato a quello di un club glorioso che rischia di essere annientato da beghe societarie.  Sono giocatori senza stipendio guidati dall’unico Lancillotto in circolazione (a parte il bravo allenatore Stellone che al momento l’immobilizzato Zamparini non è in grado di esonerare), ovvero il romagnolo Rino Foschi, personaggio invero romanzesco creato da un Conte Romagnolo – Alberto Rognoni – guarda caso amico dell’antico presidente rosanero Raimondo Lanza di Trabia, il Principe. Mentre il Bologna s’agita sul fondo della classifica, il Palermo è primo, gioca e dà spettacolo, come a Perugia. Dov’è tornato a esibirsi – insieme a Tuttocuore Bellusci – con due gol un giocatore che, saputo il curriculum, potrebbe sembrare un trentenne agli ultimi colpi; leggendo la sua scheda, invece, lo si scopre ventitreenne: è George Puscas, il cui nome ha molto di leggendario, anche se una consonante e la nazionalità rumena gli negano la discendenza da Ferenc Puskas, nato a Budapest, eroe della mia giovinezza nelle fille della Honved e del Real, inutilmente tentato dall’Inter. A proposito, George Puscas è dell’Inter (tanto per cambiare, magari non è Zaniolo, però…) che lo ha scoperto fra i giovani del Bihor Oradea tredicenne e l’ha portato nella Primavera nerazzurra; il ragazzo segnò undici gol, fu ingaggiato definitivamente e successivamente affidato a Mancini per la prima squadra; poi, il Giro d’Italia: Bari, Benevento, Novara finché Foschi non lo porta a Palermo e gli dà nuova vita presentandolo al “Barbera” il 31 agosto; dopo pochi giorni, a Lecce, il primo di cinque gol in un sabato… vitale. Perché nelle prossime ore, dopo un “tutti a tavola” a base di cazzilli, panelle, sfincioni, anelletti, sarde, spitini, cannoli e cassate (adeguatamente distribuiti) si deciderà il destino dell’Unione Sportiva Città di Palermo più che mai unita intorno a Foschi. Dicono a Palermo che Zamparini sarebbe stato fregato dall’ennesima cordata esotica, stavolta inglese, e il club corre il rischio di esser colto da improbabili patrioti; ma è pronto – mi si dice – un solido acquirente italico ch’era in attesa del risultato di Perugia per rimuovere gli ultimi dubbi. I miei informatori – dico per sdrammatizzare e rispondere ai curiosi – sono alcuni addetti ai voli dell’aeroporto di Punta Raisi, dove praticamente vivo, che mi aggiornano puntualmente sui passaggi dei potenziali acquirenti del Palermo, ormai una dozzina. Per fortuna, sento anche “voci di dentro” che suonano ottimismo”.