Italia verso l’Europeo. Stasera sfida all’Ecuador, le probabili formazioni

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulle probabili formazioni del match di stasera dell’Italia contro l’Ecuador.

Spalletti cambia e rivolta l’Italia senza passi indietro. Continuerà a provare la difesa a tre perché non si molla la strada maestra. Le amichevoli servono per sperimentare nuove soluzioni e rendere gli azzurri più imprevedibili. Siamo dentro un percorso di conoscenza. Turnover totale, undici novità rispetto a Miami e il rimpianto di non poter studiare Lucca, il centravanti dell’Udinese, bloccato da un infortunio. «Partirà Raspadori davanti. Poi forse ci sarà la possibilità di rivedere Retegui per un pezzo di partita – ha raccontato ieri a Rai Sport – Mi aspetto di avere più concretezza e meno leggerezza quando perdiamo palla. Dentro una partita, in cinque minuti, puoi diventare un eroe e puoi mandare all’aria tutto il lavoro».

Così è successo con il Venezuela, riaprendo il dibattito sulla costruzione dal basso, moda del calcio moderno. Lucio non l’ha rinnegata, occorrono equilibrio nel praticarla e nei giudizi. «Abbiamo tentato di costruire e lo rifaremo. E’ chiaro, non sino all’incoscienza. Quando non si riesce, si può anche alzare la palla e andare a giocare sulla prima linea, sulla punta. E’ difficile trovare chi ti viene addosso più del Venezuela all’inizio della partita, sono bravi e forti fisicamente. Dovevamo giocare più sporco e non perdere la palla dentro l’area, ma l’idea è giusta, basta non insistere. Quando non si può, va fatto qualcosa di diverso». L’altro aspetto da migliorare riguarda la riconquista del pallone. «Troppi spazi. Eravamo lunghi e larghi, poco relazionati, poco connessi. Così diventano più difficili le riaggressioni. Servono le distanze giuste».

PROGRESSI. A New York l’entusiasmo dei tifosi italo-americani sarà ancora più trascinante. «Qui abbiamo toccato con mano l’amore e l’affetto per la maglia azzurra. Questi tifosi sono distanti dall’Italia e hanno grandi aspettative. Ci mettono un po’ di pressione e delle responsabilità maggiori ma allo stesso tempo ci caricano». Il ct ha confermato l’intenzione di non rinnegare il 3-4-2-1 e forse diventerà 3-5-1-1. «Si riparte grosso modo nella stessa maniera, poi vedremo strada facendo. Dobbiamo sapere cosa fare ed essere in grado di cambiare velocemente. Siamo dentro un percorso, le conoscenze ci permetteranno di accelerare. Non abbiamo il tempo di un club in cui lavori giorno per giorno e vai in profondità. Servono sintesi veloci e intelligenza. Vanno fatti dei passi in avanti per diventare di un livello superiore e di cui avremo bisogno dalle prime partite dell’Europeo».

MONDIALE. La tournée americana come tappa di passaggio verso il 2026. Il monito relativo ai comportamenti è stato recepito dal gruppo azzurro. «Questo Paese mi piace moltissimo. Sì, ho voglia di tornarci. Ieri sera in sette-otto li ho mandati a cena, qui ci sono molti ristoranti italiani. Non era una serata libera. Non bisogna essere cattivi. Molti sono rimasti qui. Alle 23,30 erano tutti in hotel. Una cosa regolare, corretta. Anche io ho fatto due passi. Rivedere il centro di New York è sempre bellissimo». Magari sarà bello, tra due anni, visitare anche Messico e Canada. «Sì, roba interessante e stimolante, soprattutto per quei 40 giorni, poi però mi piace ritornare sempre nella mia campagna».