Italia Nuovi parametri per i colori, cosa cambia: quattro regioni sarebbero già in zona bianca

Come cambierebbe la mappa dei colori delle regioni in relazione ai nuovi parametri e quali sarebbero le misure in vigore nelle diverse zone?

Se fossero già in vigore i nuovi parmetri che le regioni hanno proposto al governo per i cambi di colore, attualmente l’Italia avrebbe tre zone bianche, sedici gialle e una arancione. Questo nell’ipotesi in cui l’esecutivo accolga la richiesta dei territori di tenere meno in considerazione l’indice di contagio per concentrarsi maggiormente su quello ospedaliero e sull’andamento della campagna di vaccinazione dei più fragili.

Colori delle regioni coi nuovi parametri
L’attuale mappa delle regioni vede Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Toscana, Umbria, Veneto, province autonome di Bolzano e di Trento in zona gialla e Sardegna, Sicilia e Valle d’Aosta in zona arancione. Con il monitoraggio settimanale dell’ISS atteso per venerdì potrbbero passare in giallo anche le due isole.

Considerando invece i nuovi parametri che le regioni hanno sottoposto al vaglio dell’esecutivo Lombardia, Sardegna, Molise e Friuli Venezia-Giulia si troverebbero in zona bianca, tutte le altre regioni in zona gialla mentre la Valle d’Aosta continuerebbe a rimanere in arancione.

Se l’andamento delle ultime settimane dovesse essere confermato, da lunedì 26 maggio altre sette regioni potrebbero tingersi di bianco. Si tratta di Abruzzo, Liguria, Trento, Bolzano, Veneto, Umbria e Lombardia.

Il caso Lombardia
Dati epidemiologici tanto buoni da far intravvedere l’orizzonte della zona bianca e la fine della terza ondata. È questa la convinzione dei consulenti scientifici della Regione che ieri hanno visto calare l’occupazione delle Terapie intensive sotto la soglia del 30 per cento, un dato che non si verificava dall’inizio della terza impennata dei contagi, due mesi fa.

Colori regioni: i nuovi parametri
Lo schema proposto dai governatori prevede che sotto i 50 contagi settimanali ogni 100 mila abitanti si vada in fascia bianca, tra i 50 e i 149 in giallo, tra i 149 e i 249 in arancione, oltre in rosso. La novità risiede però nella considerazione del tasso di occupazione dei posti letto in ospedale (il cosiddetto indice Rt ospedaliero).

Con oltre il 30% dei posti occupati in terapia intensiva e il 40% nei reparti di medicina scatterebbe il cartellino rosso mentre con gli indici rispettivamente sotto il 20% e il 30% si sarebbe promossi in giallo. Per evitare che qualche territorio effettui meno tamponi per avere un numero minore di ricoveri sula carta, è previsto anche un minimo di test da effettuare in rapporto alla popolazione. Almeno 500 al giorno ogni 100 mila abitanti se l’incidenza dei casi è pari o superiore a 250, almeno 250 tamponi se è compresa tra 150 e 149, almeno 150 test quando l’incidenza è da zona gialla e 100 quando si è sotto i 50 casi settimanali.

Colori regioni, nuovi parametri: cosa si può fare

Queste le norme stabiite dai decreti governativi a seconda del colore della propria regione:

zona bianca: apertura di tutte le scuole di ogni ordine e grado, cancellazione del coprifuoco, bar e ristoranti sempre aperti sia all’aperto che al chiuso (nel rispetto del distanziamento e dell’obbligo di mascherina quando ci si sposta all’interno del locale), apertura di palestre e piscine, via libera ai matrimoni e ai centri commerciali nel weekend

zona gialla: slittamento del coprifuoco alle 23 con conseguente possibilità per bar e ristoranti di effettuare più turni per cena, apertura delle piscine all’aperto dal 15 maggio, apertura delle palestre dall’1 giugno;

zona arancione: possibile permanenza del coprifuoco alle 22, chiusura di bar e ristoranti se non per asporto e consegne a domicilio, divieto di uscire dal comune di residenza se non per comprovate esigenze, didattica a distanza per una percentuale di studenti delle scuole superiori compresa tra 25% e 50%;

zona rossa: divieto di uscire dalla propria abitazione se non per comprovate esigenze, didattica a distanza per gli alunni dalla seconda media in poi, chiusura delle attività commerciali ritenute non essenziali, poossibilità di visite ad amici e parenti ma solo per una volta al giorno e in non più di due.