Inchiesta di Caltanissetta, le nuove intercettazioni: così Sidoti trovò l’incarico alla Palazzolo

Nuove intercettazioni riguardanti l’inchiesta di Caltanissetta che indaga sul “Fallimento pilotato” per il Palermo calcio. Coinvolto il giudice Sidoti, ma non solo. Di seguito uno stralcio delle intercettazioni pubblicate da “LiveSicilia”:

Il rigetto sarebbe avvenuto il 29 marzo successivo. Il 19 marzo le microspie avevano iniziato a raccogliere le presunte prove di quello, che secondo il pm, sarebbe stato il prezzo della corruzione. Tutto ruota attorno alla figura dell’avvocato Vincenza Palzzolo, pure lei sotto inchiesta: «Io non me ne andrò fino a quando non avrò completato questo mio percorso, cioè di vederti realizzata per come ti meriti in quella funzione», diceva il giudice alla donna. Giudice che il 5 marzo 2018 l’aveva nominata per gestire il fallimento della New River srl di Borgetto. Un “grosso” fallimento per un giovane avvocato. Non bastava, perché Sidoti avrebbe cercato di farla nominare anche in altre procedure. Ne aveva parlato con il presidente della sezione Giovanni D’Antoni l’11 aprile: «… gli ho detto tu quando vengo a proporti un curatore non mi puoi dire che ne ha già avuto uno dalla collega, da tizio un mese fa, perché io l’ultimo gliel’ho dato un anno fa e in questo modo i curatori non hanno possibilità di continuare a lavorare». D’Antoni voleva che venisse applicato il criterio della rotazione degli incarichi. Palazzolo se ne rammaricava. Si sentiva una “sfigata”. Anche Vacca sarebbe stata stoppata da D’Antoni nella nomina di Palazzolo, tanto che Sidoti le proponeva di fare altro: «… ma tu ad esempio esecuzioni non ne vuoi fare?». Nel frattempo il giudice si sarebbe attivato con Giammarva per trovare un incarico alla donna e il presidente del Palermo contattò l’avvocato: «… mi farebbe piacere conoscerla… come società noi avremmo anche necessità di coprire alcune funzioni». «… mi ha proposto di fare parte del comitato etico etico dell’organismo di vigilanza… gli ho detto subito sì», spiegava la donna a Sidoti. «Ma almeno tutte ste attività sono retribuite?», chiedeva il giudice. Risposta: «Assolutamente sì». L’incarico prevedeva un compenso di 6 mila euro. Era tutto pronto, le e mail via pec furono spedite, ma la nomina venne bloccata. La pubblicazione di alcune notizie sui media che gettavano ombre sulla procedura fallimentare avrebbero provocato un ripensamento. Ed era stato sempre Sidoti a chiedere a Giammarva per Palazzolo un’altra cortesia che viene fata rientrare fra le utilità: gli ingressi omaggi allo stadio. Su input di Sidoti il presidente del Palermo chiamò la donna: «Mi sono scordato, se suo fratello, lei, suo marito, non so volete venire allo stadio lunedì sera c’è la partita, mi faccia avere nomi, cognomi date di nascita e vi faccio avere i biglietti per la tribuna vip». La partita era Palermo-Bari, ma la cosa si sarebbe ripetuta in occasione della sfida al Barbera contro il Cesena. Quella volta allo stadio c’era anche Sidoti che aveva comprato una tribuna laterale, ma chiese a Giammarva un pass per parcheggiare accanto all’ippodromo. Giammarva che durante la partita lo chiamò per farlo accedere alla tribuna vip.