Il virologo Crisanti: «60 mila spettatori a Wembley, scelta non responsabile. Forza Italia, possiamo zittire i tifosi inglesi»

L’edizione odierna del “Corriere del Veneto” riporta le dichiarazioni di Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di Medicina molecolare dell’Università di Padova:

«Se tifo Italia? Nella maniera più categorica: in Inghilterra ci lavoro, ma in Italia ci sono nato. Sono forti, non c’è che dire, ma l’Italia non è certo inferiore a loro. E poi i loro tifosi hanno questo “vizietto”. Credono di aver già vinto ancor prima di iniziare non solo una possibile finale, ma l’intera competizione».

 «Coro Football is coming home? Lo cantano in continuazione, come se avessero già la Coppa tra le mani, ma se non sbaglio sono passati 55 anni dalla prima e unica volta in cui questa profezia divenne realtà (ai Mondiali, ndr), e oltretutto grazie a un gol-fantasma. Permettetemi una battuta, pronunciata con il massimo rispetto: dato che questi tifosi durante le partite della loro Nazionale bevono molta birra, speriamo che continuino a farlo anche dopo il fischio finale, ma per dimenticare e non per festeggiare».

«60 mila spettatori a Wembley? Non la definirei molto responsabile. Io la finale non l’avrei nemmeno giocata in Inghilterra, ma quando ci sono in ballo interessi giganteschi non ci si può far nulla. La Gran Bretagna sta assumendosi un grande rischio, il problema è che il rischio se lo prendono anche tutti gli altri Paesi. Vedere 60mila spettatori a Wembley dà un’idea rassicurante di normalità, ma si è concessa un’ulteriore opportunità al virus di diffondersi. Queste sono decisioni politiche».