Il Sole 24 Ore: “Dazn, bufera social sui nuovi prezzi”

L’edizione odierna de “Il Sole 24 Ore” si sofferma sulla nuova politica dei prezzi di Dazn.

Si è scatenata in un batter d’occhio la rivolta social contro i nuovi prezzi di Dazn, confermati dalla società dopo le anticipazioni apparse in mattinata sul sito del Sole 24 Ore. Immediata la reazione anche delle associazioni dei consumatori, con il Codacons a lamentare i «rincari abnormi che danneggeranno i tifosi», mentre l’Unione nazionale consumatori ha annunciato un esposto all’Antitrust. Ma l’amministratore delegato della Lega Serie A, Luigi De Siervo, nel pomeriggio è intervenuto con una commento che a Dazn non può che essere apparso come una mano amica, arrivata al momento giusto per dare sostegno: «Oggi (ieri, ndr.) Dazn ha annunciato la propria offerta commerciale, mirata a valorizzare al meglio il prodotto Serie A che si conferma il contenuto ideale per lo sviluppo di qualsiasi piattaforma. I due diversi piani di abbonamento presentati da Dazn consentono all’utente di scegliere la formula più adatta alle proprie esigenze, in linea con quanto già avviene negli altri Paesi europei e nel solco di quanto fatto dagli altri grandi Ott».

Non è stata una giornata facile per la piattaforma streaming guidata in Italia dall’ad Stefano Azzi e con Franco Bernabè nel ruolo di Senior strategic advisor. Dal 2 agosto saranno operativi i nuovi prezzi per la stagione 2022- 2023. Gli abbonati potranno vedere un contenuto sportivo live in contemporanea anche da due dispositivi diversi che si trovano a distanza, non sulla stessa “rete domestica”. In questo caso, però, sarà necessario pagare 10 euro al mese in più. E abbonarsi quindi con un piano “Plus” che costerà 39,99 euro al mese. Contro i 29,99 euro dell’abbonamento “Standard”. Con quest’ultimo la visione – il pensiero va immediatamente alle partite di Serie A in esclusiva su Dazn per 7 match su 10 alla settimana con gli altri 3 in coesclusiva su Sky – sarà possibile su un dispositivo alla volta o anche in contemporanea su due dispositivi diversi, ma solo nella stessa casa.

In entrambi i piani di abbonamento l’utilizzo corretto della contemporaneità sarà permesso per le persone che appartengono al medesimo nucleo domestico. Come stabilirlo? Con il piano Plus la visione sarà possibile anche a distanza ma solo se effettuata in contemporanea da due fra i 6 dispositivi registrati a priori. A 8 mesi dall’anticipazione del Sole 24 Ore dello scorso 9 novembre, prende forma l’intervento di Dazn – pensato già per la stagione appena conclusa, ma poi sovrastato dalle proteste e rientrato nel giro di qualche giorno – sull’ormai noto problema della “concurrency”. Vale a dire la possibilità di concedere a diverse utenze collegate allo stesso abbonamento di accedere ai contenuti contemporaneamente da due device che si trovano distanti l’uno dall’altro. Che però avrebbe dato adito a troppi casi di condivisione dell’abbonamento, e quindi di divisione del prezzo, fra sconosciuti. Che sia principalmente per questo o in particolare per la necessità di fare numeri più alti sugli abbonamenti a fronte di un investimento di 2,7 miliardi di euro in 3 anni, o che sia per la combinazione delle due cose, la società che fa capo alla Access Industries di Sir Len Blavatnik è ora intervenuta con un repricing su una pratica usata inizialmente dalla stessa piattaforma anche come motivazione d’acquisto ma poi, evidentemente sfuggita di mano. «Da sempre l’ambizione di Dazn è quella di portare lo sport in streaming a un numero sempre crescente di tifosi. Per farlo – ha commentato l’ad Stefano Azzi – lavoriamo all’acquisizione di diritti sportivi di primo livello e non solo». E quindi il nuovo piano abbonamenti rappresenta «una nuova offerta che abbiamo sviluppato per continuare a investire in Italia e portare ulteriore valore e qualità ai nostri clienti».