Il Palermo torna a parlare siciliano

Un Palermo dal volto made in Sicily, grazie alla presenza dei motivatissimi palermitani La Gumina, Accardi e Fiordilino, e dell’agrigentino Gaetano Monachello. I primi tre già scesi in campo sabato scorso a Brescia, il quarto in attesa di esordire con una maglia che sente ormai sua.

Non ha nascosto l’entusiasmo, l’ex Lanciano e Atalanta, ieri in conferenza stampa. Con l’emozione di chi ha dovuto girare il mondo in attesa di affermarsi nella sua terra. Quell’attesa infatti, potrebbe essere finita. «Sono emozionato di essere tornato a casa dopo dieci anni. Palermo è il posto più vicino al mio paese. Voglio aiutare la squadra con tutte le mie forze perché fa parte della mia terra, di cui vado fiero». (CLICCA QUI per leggere la conferenza stampa integrale).

Non sarà facile, di certo, trovare spazio con il tridente formato da Coronado, Trajkovski e Nestorovski. Ma l’attaccante di Palma di Montechiaro, potrà sicuramente dire la sua nelle gare in cui i rosanero dovranno fare a meno dei “soliti” otto nazionali titolari, qualora la Lega non accordasse alla società di viale del Fante il rinvio delle restanti tre gare in cui il problema si riproporrà.

Proprio come in occasione di Brescia-Palermo, quando in attacco ha trovato spazio il palermitano Nino La Gumina, la cui prestazione non ha del tutto convinto mister Tedino. In quell’occasione, come già detto, è stato dato spazio anche agli altri due calciatori nostrani, Andrea Accardi e Luca Fiordilino.

«Esordire con questa maglia è stata un’emozione unica, orgogliosi di giocare per la nostra città». Hanno detto in coro il difensore e il centrocampista rispondendo alle domande dei tifosi rosanero attraverso i canali social del club rosanero.

I due durante la sopracitata intervista non hanno perso occasione per esprimere la propria palermitanità, concludendo con un detto in palermitano, lo stesso che nella giornata di ieri ha recitato lo storico magazziniere Pasquale. (CLICCA QUI per vedere la clip). Di dialetto e magazzinieri, infatti, ha parlato anche Monachello ieri nel corso della sua presentazione: «Fortunatamente con le esperienze all’estero ho imparato l’inglese, ma in campo deve parlare il calcio. Essendo nato qui, scherzare in dialetto con i magazzinieri è emozionante».

Un Palermo che parla siciliano, come quelli che non se ne vedevano più da tanto tempo. Diverse, infatti, le stagioni durante le quali in prima squadra non figurava nessun tesserato nato in terra sicula, se non per qualche giovane ogni tanto aggregato e poi puntualmente “snobbato”.

Per un obiettivo comune, quale quello di ritornare presto in serie A, il Palermo non poteva che puntare su calciatori che sentono la maglia rosanero cucita addosso, o su chi, come nel caso dell’attaccante agrigentino, tiene particolarmente alle proprie origini e alla propria terra. Nonostante non facciano parte dei titolari inamovibili, anche La Gumina, Accardi, Fiordilino e Monachello, daranno il proprio contributo, con la speranza di riuscire presto a dire la loro in una squadra che finalmente torna a parlare siciliano.