Caramanno e gli eroi ‘87 «Adesso rifate come noi»

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” ha deciso di riportare la dichiarazioni rilasciate da alcuni dei protagonisti della promozione del Palermo dalla C2 alla C1 del 1987. Gli ex rosanero hanno manifestato tutta la loro rabbia e la loro amarezza per la difficile situazione che sta attualemente vivendo il club rosanero. Ecco un estratto dell’articolo: La fame di calcio era quella che ha spinto il Palermo della rinascita alla promozione dalla C2 alla C1, dopo l’anno in cui la società rosanero è stata fuori da tutto a causa del fallimento. Alla passione della gente si aggiungeva una squadra costruita dal ds Franco Peccenini col giusto mix di esperienza e tecnica e guidata dalla innovativa mano del tecnico Pino Caramanno. Era il 1987 e 32 anni dopo i protagonisti dell’epoca, amareggiati e arrabbiati per quello che stanno vivendo il club e la città, sperano che il Palermo che verrà riesca a trovare la stessa formula magica di allora in un campionato di D da non sottovalutare. Non usa mezzi termini il capitano di quel Palermo Giorgio Carrera: «Gli ultimi mesi mi hanno disgustato, mi è sembrata una barzelletta. Serve un’epurazione totale di certi personaggi. Non c’è bisogno che il nuovo proprietario sia per forza palermitano, basta che sia un imprenditore serio. Semmai ci vuole una buona dose di palermitani in squadra, come avevamo noi, e servirà lottare. Il fatto di chiamarsi Palermo non vorrà dire automaticamente vittoria». Punta sul Dna palermitano anchel’attaccante di quella corazzata Santino Nuccio: «Mi auguro che ci siano palermitani nella dirigenza e nello staff tecnico, è fondamentale per lo spogliatoio. Poi, serve un grande allenatore, come per noi è stato Caramanno, un precursore sotto certi aspetti e a livello mentale ci vorrà umiltà perché tutte le squadre aspetteranno il Palermo per fargli la… festa. Per quanto riguarda la società bastache ci sia gente seria perché, se c’è la volontà di investire, prendere il Palermo è un affare». Non è solo Nuccio a esaltare la figura di Caramanno. Altri suoi ex compagni ne ricordano le grandi doti. A cominciare da chi oggi fa proprio l’allenatore, come l ’ex regista Mimmo Di Carlo: «Ricordo il presidente Lagumina che fu bravo nel prendere un tecnico vincente come Caramanno. Da lì si è costruita una squadra pronta per risalire subito con gente di categoria superiore, quello che servirà anche al Palermo di oggi. Ci vorrà gente esperta che conosce la D, ma pure gente navigata in C. Tutto questo con la regia di imprenditori seri che non abbiano altri fini». Ed ecco proprio Caramanno che, se deve pensare a un segreto di quel Palermo, la prima cosa che gli viene in mente riguarda il ritiro. «L’organico era ex novo e c’era bisogno di compattare il gruppo. Durante tutto il ritiro, la preparazione cominciava con un’ora di tattica estrategia alle 6.30. In tutto 28 ore per formare quella squadra che poi è anche riuscita a giocare alla pari con l’Atletico Mineiro e a vincere4-0 con l’Ajax. Le idee devono stare al primo posto per combattere contro chi ha più soldi e a Palermo sarà fondamentale l’azionariato popolare come a Barcellona perché qui il mecenate non spunta». Anche per l’ex Inter e oggi vice di Petkovic nella Nazionale svizzera Antonio Manicone «Caramanno era un tecnico di grande levatura tecnica e morale che insegnava calcio. Al nuovo Palermo auguro di avere gente di qualità e palermitani che trasmettano senso di appartenenza». L’ex terzino Pietro De Sensi auspica di rivedere anche in D l’atmosfera di 32anni fa: «Solo la squadra era da C2, poi tutto l’ambiente era da A. So che è terribile ripartire dalla D, ma spero che si affacci una società solida che costruisca subito una squadra per salire in Serie C». Arrivano le avvertenze anche dall’ex centrocampista e oggi agente Giampiero Pocetta: «Guai a essere superficiali, bisognerà programmare bene, senza pensare che le cose possano filare lisce facilmente. Il resto può farlo il calore di Palermo, come è successo 32 anni fa: è una città importante con potenziale immenso». Un consiglio dall’ex portiere Angelo Conticelli: «La nuova proprietà punti su un forte settore giovanile, la provincia di Palermo sforna tanti giovani interessanti. Mi auguro che Orlando dia il Palermo a gente importante con un progetto durevole».