Il palermitano Da Graca si racconta: «Se non avessi giocato a calcio avrei fatto una brutta fine. Il Capo di Palermo quartiere non semplice»

Il calciatore palermitano Marco Cosimo Da Graca è stato intervistato in occasione della nuova produzione di Juventus Creator Lab, “Against All Odds” il quale ha rilasciato le seguenti parole:

«Ho visto tanti miei amici fare una brutta fine. Qualcuno è morto, qualcuno è stato arrestato, se non avessi giocato a calcio non saprei cosa avrei fatto ma credo una fine brutta. Il mercato del Capo dove sono cresciuto è un quartiere non semplice in cui abitare, ho visto da piccolo gente che spacciava e rubava, troppa gente che si brutta nella malavita. Mio padre? A sei anni e mezzo i miei genitori si sono separati, all’inizio avevo un rapporto buono con mio padre poi per 4-5 anni non si è fatto più sentire. A 8 anni – ha raccontato Da Graca – mi sono trasferito dai miei nonni. Mi sono salvato per la situazione che c’era nella mia zona. Ho iniziato a giocare a calcio e da lì è iniziata la mia vita calcistica. Ho sempre giocato per strada con i miei amici e ritrovarmi in un campetto è stato bello. Poi c’è stato l’acquisto del Palermo. I miei nonni c’erano sempre, qualsiasi gol segnassi andavo dove erano e li allungavo le mani”. Quindi sulla chiamata della Juventus. “Ero in videochiamata con mia zia e mi ricordo aveva fatto un cartellone con scritto ‘Inter o Juve?’. Lì avevo capito che mi volevano e ho risposto Juve. Perché? Perché la Juve e la Juve. All’inizio quando mi sono trasferito è stato difficile. A metà stagione sono sceso a Palermo e non volevo più tornare a Torino. Mi mancava una figura di riferimento come mio nonno. Con Pirlo mi ricordo che giocavamo con la Spal, mi guardò e mi disse di andarmi a scaldare. Tremavo, quasi non respiravo più. Ero orgoglioso per tutti i sacrifici che avevamo fatto con la mia famiglia».