Il Mattino: “La finale playoff. Per Succi il match non è deciso: «Il Padova ha gli uomini giusti per trovare la giocata vincente»”

L’edizione odierna de “Il Mattino” si sofferma sulla finale tra Palermo e Padova rilasciando le parole tra Palermo e Padova.

Troppo facile dire: quanto ci sarebbe bisogno di lui in questo momento. Anche perché dove lo trovi un altro attaccante capace di segnare 14 gol nelle prime 15 partite di campionato come ha fatto lui nell’anno di grazia 2010/2011. Oppure di rientrare dopo un anno di disgrazia per quel maledetto infortunio al tendine d’Achille e segnare subito in casa del Vicenza per far vincere un derby al Menti dopo 60 anni. Lui non ha bisogno di presentazioni ma è Davide Succi e domenica scorsa ha seguito con molto interesse la finale d’andata tra Padova e Palermo.

Sono due squadre alle quali è rimasto molto legato, in biancoscudato arrivò giovanissimo nel 2002 e dopo una buona stagione in Serie C spiccò il volo fino ad arrivare proprio in Serie A con il Palermo e poi ritornare da star all’Euganeo per far coppia con i vari El Shaarawy e Vantaggiato. L’ex attaccante romagnolo, oggi 40enne, ha commentato il primo atto della finale lunedì sera in collegamento con gli studi di Tv7 Triveneta: «Sono due squadre che sono entrate nel mio cuore», confessa Succi. «A Palermo ho vissuto l’apice, siamo arrivati quinti in Serie A ed era una formazione fortissima. A Padova forse ho espresso il calcio più importante della mia carriera».

Anche domenica all’Euganeo più di qualcuno era sugli spalti con la sua maglia numero 19. E sono passati più di 10 anni. «Mi è dispiaciuto molto non essere stato all’Euganeo domenica. Avevo intenzione di venire, mi ero già sentito con alcuni amici poi non ce l’ho fatta. L’affetto che sento ancora da parte della gente è sicuramente contraccambiato. Ho un legame forte con la piazza per tutto quello che ho vissuto, da un girone d’andata pazzesco a un infortunio sfortunatissimo. Mi piacerebbe un giorno tornare a Padova in un’altra veste, sarebbe un sogno».

Dalla televisione che partita le è sembrata? «Equilibrata. Il Palermo è passato in vantaggio grazie a un episodio e ha cambiato completamente il corso della gara. Il Padova è riuscito a creare qualche occasione ma non ha concretizzato. Ho visto due squadre in forma per essere giugno. In gare così gli episodi fanno la differenza e il Palermo è riuscito a portarli dalla propria parte».

Tanti sostengono che il Padova avrebbe dovuto vincere l’andata, perché a Palermo, nella bolgia del Barbera, sarà durissima. «Di sicuro la cornice di quello stadio è suggestiva e può essere un’arma in più per i padroni di casa se le cose si mettono bene. Anche all’andata all’Euganeo l’atmosfera era suggestiva. Ci voleva proprio dopo quasi due anni di porte chiuse».

Ma il Padova può farcela? «Secondo me il Padova ha qualcosa in più del Palermo sotto l’aspetto della profondità della rosa e anche della qualità individuale. Ha diversi giocatori che possono risolvere la partita da soli. Lo scenario è aperto anche se, come dicevo prima, ci sono tanti dettagli che possono fare la differenza in una finale. Come successo all’andata un episodio può cambiare tutto».